di Fabio Lugano
Il governatore della Banca Centrale polacca, Marek Belka, in una intervista riportata dal Telegraph britannico, ha affermato che la Polonia non ha intenzione di entrare nella moneta unica, almeno sino a quando ci sarà “Del fumo nella stanza”, cioè sino a quando ci saranno dei problemi con alcuni paesi appartenenti all’area.
Lo stesso Belka ammette che la soluzione attuale della crisi greca è solo temporanea e che sarà necessaria una “Rimodulazione” del debito in futuro per renderla stabile, e che questa seconda fase arriverà, presto o tardi. Solo la soluzione della crisi ellenica e la dimostrazione della presenza di una forte base per l’euro permetterà una nuova spinta filo euro nei paesi del’est.
Belka è un ex funzionario del FMI e descrive anche il difficile ruole del FMI nella crisi greca. In parte le sue parole riflettono quelle di Varoufakis, ponendo in luce come la situazione Greca sia stata molto particolare per Washington, abituata a fornire soluzioni in solitaria, quando, nel caso specifico, è stata costretta a lavorare con BCE e UE. Varoufakis nella sua intervista poneva in luce come i vari creditori avessero visioni ed obiettivi diversi e questo avesse reso complessa l’identificazione di una soluzione.
Varoufakis rivela il Piano B e tutti i retroscena! (l’intervista doveva rimanere segreta)
Comunque, come abbiamo già scritto due settimane fa, la “Soluzione greca” generata dalle idee di Shaeuble, Djisselbloem e Merkel, ha già avuto il suo effetto sui paesi dell’est, togliendo loro qualsiasi euro-entusiasmo. A generare questo eurorico sentimento sono rimaste ormai solo alcune frange governative italiane , spagnole e francesi….