La Corte Suprema greca ha trasmesso al Parlamento due richieste di sospensione dell’immunità parlamentare e rinvio a giudizio per Yanis Varoufakis, a seguito delle denunce di due privati cittadini. Le denunce sono state depositate dal sindaco di Stylida Apostolos Gletsos, ex-attore nonché capo del partito Teleia, e da un avvocato, Panayiotis Giannopoulos. Ne dà notizia Kathimerini.
Le denunce sono precedenti alle rivelazioni del weekend su un piano di Varoufakis per un sistema di pagamenti parallelo all’euro, da attuare anche hackerando il sistema fiscale greco attualmente sotto il controllo della UE.
Varoufakis rivela il Piano B e tutti i retroscena! (l’intervista doveva rimanere segreta)
Nella sua denuncia Gletsos accusa Varoufakis di “aver esposto la Grecia al rischio di rappresaglie e reazioni negative da parte di altre nazioni “o con dolo o con estrema negligenza”, sulla base della considerazione che le decisioni e il comportamento di Varoufakis “hanno stravolto le relazioni amichevoli dello stato greco coi nostri partner europei e causato un danno enorme all’economia greca”.
Su un piano diverso, oggi Varoufakis ha difeso il suo piano, dichiarando che “a causa dell’assenza di una banca centrale per sostenere le azioni dello stato, gli arretrati dei pagamenti del governo greco al settore privato (individui e società) sono stati perennemente deflazionari dal 2008 in poi”.
Infatti i pagamenti in ritardo – a causa di entrate significativamente ritardate da IVA e imposte sul reddito, e pagamenti dei fornitori – hanno significativamente oltrepassato il 3% del PIL per 5 anni. In parallelo, un effetto di circolo vizioso ha gonfiato i ritardi dei pagamenti delle imposte, che a sua volta ha rinforzato il ciclo generale di mancanza di liquidità”.
Varoufakis ha spiegato come avrebbe funzionato il suo sistema: “La nostra semplice idea era di permettere una cancellazione multilaterale di arretrati tra stato e privati usando il sistema Web esistente di pagamento delle imposte. Per ogni codice fiscale si sarebbe potuto creare un conto di riserve sull’interfaccia web dell’ufficio delle imposte, accreditandovi poi le somme dei pagamenti arretrati dovuti dallo stato a quel privato o società. I titolari del codice fiscale avrebbero potuto quindi trasferire i crediti dal loro conto di riserve sia allo stato (al posto del pagamento delle imposte) o ad ogni altro conto legato a un codice fiscale”
Varoufakis conclude che “Esiste una odiosa limitazione della sovranità nazionale imposta dalla troika ai ministri greci, ai quali è negato l’accesso a dipartimenti dei loro ministeri critici per l’introduzione di politiche innovative”.
Il nostro commento è semplice: chi minaccia il potere delle euro-oligarchie va messo in condizioni di non nuocere.