di Giuseppe PALMA
MILANO. Sindaco Giuliano Pisapia, esponente di SEL ma in coalizione con il PD che fa parte e sostiene la sua Giunta. Più di 500 alberi secolari della via Gluck vengono abbattuti per favorire i lavori della Metro 4. Nulla in contrario nei confronti di nuove linee metropolitane, ma abbattere un numero così alto di alberi siti in una strada che rappresenta la storia di Milano è un atto di vigliaccheria politica e, soprattutto, di pochezza culturale.
Era il 1966 quando Adriano Celentano cantava “Il ragazzo della via Gluck”, una canzone bellissima che racchiude la storia di milioni di italiani: io sono del 78’ quindi non c’entro assolutamente nulla col significato racchiuso in quella canzone, ma la porto sempre con me – nel cuore e nell’anima – perché la strimpellava sempre mio padre alla chitarra quando ero adolescente, nei frequenti pomeriggi di tramontana del mio Paese… “passano gli anni, ma otto son lunghi, però quel ragazzo ne ha fatta di strada”… in RE maggiore… che bei ricordi!
LA SPEZIA. Sindaco Massimo Federici, esponente del Partito Democratico. Un viale alberato (risalente agli Anni Trenta) violentemente estirpato per far posto a degli archetti orribili dell’architetto francese Daniel Buren. Il tutto nonostante una forte opposizione della città, di parecchie associazioni e del critico d’arte Vittorio Sgarbi, fermo oppositore dello scempio.
PALERMO. Rosario Crocetta, Presidente della Giunta regionale siciliana ed esponente del PD. Al di là dell’infame tranello che qualche suo compagno di partito gli ha teso di recente per costringerlo a dimettersi, la Giunta regionale da lui presieduta ha stanziato soldi pubblici per lo sbiancamento dell’ano (la cui utilità l’ho compresa dopo qualche ora) mentre alcuni dei più antichi anfiteatri greci sono abbandonati al più vile declino, sommersi dall’erba e dalle lattine della coca-cola!
ROMA. Sindaco Ignazio Marino, esponente del PD. Al netto degli scandali rappresentati da “mafia capitale” e dalle porte aperte dei treni della metropolitana, il “moderno” Ignazio Marino – più dannoso che inutile – avrebbe l’intenzione di eliminare i numeri romani dalle strade e dalle targhe della città eterna, in aperto contrasto con una tradizione millenaria che nessuno aveva mai pensato di superare.
Quanto premesso rappresenta senz’altro una totale incapacità nell’amministrare la cosa pubblica e un’impressionante mancanza di buon senso, il tutto contornato da un’ignoranza bestiale e da una sconcertante pochezza di sensibilità culturale nei confronti della “Grande Bellezza” d’Italia.
Prima di qualsiasi delibera o atto normativo deve esserci anzitutto il rispetto verso l’autentica ricchezza del nostro Paese, quindi non può esistere decisione politica, legislativa o amministrativa senza che prima non si abbia avuto riguardo alla tutela e allo sviluppo dell’unico vero nostro tesoro nazionale: dalla pittura rinascimentale alla musica dell’Ottocento, dalla letteratura trecentesca alla filosofia leopardiana, dall’architettura di Roma antica a quella del Brunelleschi, dagli affreschi nelle chiese medievali ai muretti a secco della campagna pugliese, dai centri storici alla cucina tipica, dalle spiagge del Salento all’appennino umbro-marchigiano, dai numeri romani agli alberi secolari, dagli anfiteatri greci a tutte le tradizioni locali e così via…
Può Ignazio Marino essere più importante di Virgilio? Certo che no, quindi giù le mani dalla Storia e dall’anima del nostro Paese!
L’Italia è l’unico Stato al mondo dove prima è nata la cultura e poi la Nazione.
Non è possibile continuare ad accettare che vandali con la zucca vuota – camuffati da falsi portatori di civiltà che parlano perfettamente l’inglese e vantano esperienza all’estero – continuino a devastare il nostro passato e il nostro vero Tesoro nazionale!
Questa criminale modernità Restauratrice vuole distruggere l’ANIMA, sia quella degli esseri umani che quella insita nelle cose.
INDIGNAMOCI, altrimenti saremo complici!
da scenarieconomici.it
Gli alberi rappresentano storia, cultura, tradizione, vita e respiro, esempio di forza e maestosità… segnano il tempo e le stagioni accompagnando l’uomo nei giorni belli e brutti. E’ una vera sofferenza che vengano sacrificati in nome di un delirante progressismo e di una modernità vuota di senso.