Non si placa l’ondata di violenza che investe il carcere di Modena, teatro anche questa mattina di gravissimi episodi. Tutto è nato dal gesto estremo di due detenuti italiani, uno di circa 55 anni e l’altro molto più giovane, noti per soffrire di problemi psichiatrici. I due hanno tentato il suicidio nelle proprie celle, ma fortunatamente il gesto è stato notato in tempo dagli agenti della Polizia Penitenziaria.
Durante le fasi dei soccorsi, due ispettori e quattro agenti si sono dovuti dare da fare per riportare alla calma due detenuti stranieri, un senegalese è un albanese. Uno di loro si era infatti barricato nella guardiola degli agenti approfittando della confusione per poi aggredirli. Due agenti sono rimasti feriti nella violenta colluttazione e hanno dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere.
Si tratta di fatti gravi, ma purtroppo ormai abituali, che si aggiungono a quelli dei giorni e dei mesi scorsi e che sono stati resi noti da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del SAPPE e Francesco Campobasso, segretario regionale.
“Chiediamo che a Modena, dove ormai la situazione sarebbe sfuggita di mano se non fosse per la professionalità della polizia penitenziaria, venga fatta un’ispezione urgente per verificare la corretta organizzazione dell’istituto – attaccano i sindacalisti – e chiediamo altresì che venga ripristinato il regime chiuso per tutti i detenuti che non rispettano le regole. Ci riferiscono infatti i colleghi che uno dei due si era già reso responsabile di fatti gravi, ma nonostante ciò continua a permanere nel regime aperto. A Modena si verificano dai cinque ai dieci eventi criteri al giorno. I due detenuti sono stati arrestati e denunciati all’autorità giudiziaria e domani saranno giudicati per direttissima”.
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