Accogliere gli immigrati va bene, ma ci sono dei limiti. Questo è – in sintesi – il concetto espresso dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare d?inchiesta sul Sistema di accoglienza dei migranti.
Quello che vuole dire Marino è che la distribuzione sul territorio nazionale dei migranti deve essere più equilibrata e che Roma non può sopportare un carico di profughi maggiore rispetto “alle sue capacità”. Concetto che ha già espresso a un tavolo col ministro dell’Interno Angelino Alfano. Roma e il Lazio – ha sottolineato il sindaco capitolino – accolgono una gran fetta dei migranti in Italia, “meno solo della regione Sicilia”. Ma, allo stesso tempo, quello dell’accoglienza è un business su cui lucrano in molti, come ha dimostrato l’inchiesta ‘Mafia Capitale’. Lo ricorda lo stesso sindaco, quando parla di persone che “invece di servire i poveri, si sono serviti dei poveri”.
Secondo Marino, comunque, ora “ogni ombra è stata eliminata”: “il sistema d’accoglienza, in passato, è stato interessato da sistemi affaristici se non criminali”, avevo detto prima il sindaco. Dal passato Marino passa al futuro, con una richiesta che, a suo parere, la commissione non potrà che condividere: “Serve abbandonare la logica dei mega centri di accoglienza, che sono stati occasione di arricchimenti”, per “superare l’alta concentrazione di richiedenti in poche aree cittadine e scongiurare la formazione di ghetti”.
Sempre con lo sguardo rivolto al futuro, Marino fa un’altra richiesta: l’idea è quella che la collaborazione tra i vari livelli di governo aumenti, in modo da poter programmare degli interventi strutturali efficienti. E su questo, il sindaco di Roma dice di apprezzare le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che “ha riconosciuto che ai Comuni viene dato un peso troppo scarso sulle decisioni” in tema di accoglienza.
Per Marino, infatti, “un maggiore coinvolgimento significa aumentare la responsabilità dell’amministrazione”. In audizione è intervenuta anche l’assessore alle Politiche Sociali del comune di Roma, Francesca Danese. Anche il suo sguardo è rivolto ai prossimi giorni: “Ora parte la fase due, quella dell’accoglienza – ha spiegato – con una vera e propria cabina di regia per una dislocazione dei centri sui territori che eviti conflitti e favorisca la convivenza”. A proposito di conflitti, il sindaco Marino ha poi commentato quanto avvenuto pochi giorni fa a Casale San Nicola, periferia a nord di Roma, dove venerdì i residenti – con alcuni manifestanti di CasaPound – hanno avuto uno scontro con le forze dell’ordine, opponendosi all’arrivo di alcune decine di profughi in una ex scuola del quartiere.Marino ha parlato di “episodi di violenza” causati dalla presenza di “alcuni facinorosi che hanno aizzato la paura dello straniero, mettendo a rischio i cittadini”. Infine, i numeri. L’assessore Danese ha fornito alcuni dati: a Roma ci sono “7117 posti per l’accoglienza, a cui vanno aggiunti i 600 messi a bando dalla prefettura e altri 2370 a disposizione nei comuni della città metropolitana”.
di Stefano RizzutiRoma, 23 lug. (LaPresse) –