La Corte Suprema del Pakistan ha accettato di esaminare il ricorso di Asia Bibi, la donna cristiana condannata alla pena di morte per blasfemia: lo ha reso noto il suo avvocato.
Asia Bibi, madre di cinque figli, e’ nel braccio della morte dal 2010, accusata di aver insultato il profeta Maometto durante una lite per l’acqua potabile con donne musulmane con le quali stavo lavorando in un campo agricolo. La blasfemia e’ un tema assolutamente molto delicato in Pakistan, dove anche la sola accusa non provata spinge a violenze inumane e le assoluzioni in tribunale sono rarissime.
La condanna a morte di Bibi e’ stata confermata nell’ottobre scorso dall’Alta Corte di Lahore, la capitale della provincia del Punjab, teatro dei fatti. La donna ha sempre negato le accuse e nel mese di novembre ha presentato un ricorso. Oggi un giudice della Corte Suprema di Lahore ha accettato di prendere in considerazione il ricorso nel dettaglio, respingendo la possibilita’ di archiviarlo, ha reso noto l’avvocato di Bibi, Saiful Malook.
Cristiana condannata per blasfemia scrive a Bergoglio: Papa Francesco, sono tua figlia Asia Bibi. Bergoglio non risponde
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Nel novembre 2014 il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha chiesto al presidente della Repubblica islamica del Pakistan, Mamnoon Hussain, di concedere la grazia ad Asia Bibi, madre cattolica condannata a morte per blasfemia.
«PERDITA IRREPARABILE». «L’esecuzione di Asia Bibi sarebbe una perdita irreparabile per la sua famiglia, i suoi parenti e amici. Causerebbe anche un danno terribile al dialogo tra cristiani e musulmani e potrebbe provocare tra loro rinnovate tensioni in Pakistan e nel mondo intero», ha affermato il Patriarca in un messaggio. «Sono certo che i leader politici di ogni Stato moderno debbano essere coscienti della loro responsabilità riguardo al destino delle minoranze religiose che gli sono affidate».