Il Festival è costato 754.479,69 euro, e di questi 110 mila li ha messi il ministro Pd Dario Franceschini, 300 mila la Regione amministrata sempre dal Pd, 128.700 il comune Pd di Santarcangelo, 15 mila una ignara Unione europea, 18 mila la provincia, e poi ancora altri comuni rossi della zona e (26.500 euro) i privati, fra cui le solite coop rosse. Pipì finanziata dal Pidì, rigorosamente con i soldi dei cittadini.
Scrive Franco Bechis: Il programma del festival recita: «Tino Seghal- (Untitled) (2000), ore 18,30- Lavatoio, un’ora e 23- free». Seghal è un beniamino dell’intellighentia italiana, che lo ha premiato con il Leone d’oro come migliore artista alla Biennale di Venezia 2013, e lo spettacolo del ballerino nudo con pisciata in vista «cerca di immaginare come potrebbe essere il mondo se il sistema di valori della società fosse appreso dalla danza e dalla coreografia».
Questo dice la brochure del Festival, ma le mamme di Santarcangelo non devono averla letta prima di passare da quelle parti. Così protestano, trovando sponda immediata nelle opposizioni in consiglio comunale, e facendo imbestialire la direttrice del festival, Silvia Bottiroli, incredula di tanta insensibilità: «Come non capire», dice, «quel corpo di danzatore che si fa fontana?». Già, come non capire?
Già… in fondo a che serve capire? Basta pagare! 750mila euro di soldi pubblici. APPUNTO.