Questo Ramadan trattate bene i vostri domestici!

Questo Ramadan trattate bene i vostri domestici! (come vengono maltrattati gli immigrati in Medio Oriente e Nordafrica – Human Right Watch)

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Molti lavoratori domestici nel Medio Oriente sono trattati in modo vergognoso, e molti datori di lavoro sembrano non avere alcuna idea del fatto che i lavoratori domestici abbiano Diritti operai di base. In questo Periodo speciale e di riflessione spirituale, i datori di lavoro dovrebbero dar fine al trattamento abusivo delle donne che lavorano instancabilmente per pulire le loro case, prendersi cura dei loro figli e per dar da mangiare alle loro famiglie.

L’Osservatorio per i Diritti umani ha documentato in modo esteso l’abuso e lo sfruttamento dei lavoratori domestici migranti e dei lavoratori domestici bambini nel Medio Oriente e nel Nord Africa, che a volte lavorano in condizioni che raggiungono la Schiavitù. Gli abusi includono lo sfruttamento salariale, mancato versamento dei salari per mesi o anni, isolamento forzato, orari di lavoro estesi senza periodo di riposo, senza supplementi salariali, o persino senza giorni di libero, e violenza fisica e sessuale.

“Molti lavoratori domestici nel Medio Oriente sono trattati in modo vergognoso, e molti datori di lavoro sembrano non avere alcuna idea del fatto che i lavoratori domestici abbiano dei Diritti operai di base”, dice SarahLeah Whitson, il Direttore dell’Osservatorio dei Diritti umani in Medio Oriente e Nord Africa. “In questo periodo speciale di riflessione spirituale, i datori di lavoro dovrebbero dare fine al trattamento abusivo delle donne che lavorano instancabilmente per pulire le loro case, prendersi cura dei loro figli e dar da mangiare alle loro famiglie.”

L’Osservatorio dei Diritti umani chiede urgentemente ai datori di lavoro di rispettare cinque obbligazioni minime nel loro impiego di lavoratori domestici:

• I datori di lavoro devono pagare ai lavoratori domestici i loro stipendi prontamente e pienamente. Devono pagare i lavoratori domestici per le ore supplementari che svolgono, oltre ad orari di lavoro quotidiani ragionevoli e di normale servizio, e garantire loro periodi di riposo appropriati fra i giorni di lavoro.

• I datori di lavoro devono prevedere almeno un giorno di libero alla settimana e pause quotidiane, e permette ai lavoratori di passare il loro tempo libero come lo ritengono opportuno, pure fuori dalla residenza domestica e con persone di loro scelta.

• I datori di lavoro non devono abusare nè verbalmente, nè fisicamente, nè sessualmente dei loro lavoratori domestici; e nemmeno devono tollerare simili abusi su di essi, da parte di altri; e devono riportare immediatamente alla Polizia qualsiasi tipo di abuso che essi subiscono.

• I datori di lavoro devono rispettare I Diritti dei lavoratori domestici di beneficiare di Libertà di Movimento e d’Associazione e in nessun caso dovrebbero assoggettarli ad isolamento forzato. I datori di lavoro devono autorizzare i loro lavoratori domestici a tenere i loro passaporti e non devono imporre loro restrizioni arbitrarie o discriminanti sulle loro comunicazioni personali, anche verso il loro diritto di chiamare le loro famiglie, amici e contattare le loro Ambasciate, di spostarsi fuori dalla casa, o di tenere i loro telefoni portatili.

• I datori di lavoro devono provvedere a sistemazioni adatte per i lavoratori, quali camere da letto private e arredate, in modo che la loro privacy venga rispettata. “I Governi hanno l’obbligo primario di applicare gli standards delle leggi internazionali sul lavoro, ma il rispetto dei Diritti dei lavoratori e della loro dignità spetta ai datori di lavoro” dice Whitson. “Gli abusi che hanno tanto segnato la reputazione della Regione non spariranno finché i datori di lavoro non rispettano i Diritti dei lavoratori domestici.”

In Libano ad esempio che impiega un cifra stimata di 200’000 lavoratori domestici, principalmente dallo Sri Lanka, dalle Filippine, dall’Etiopia, le lamentele più comuni sono fatte dai lavoratori domestici, fra cui si annoverano: il non pagamento o il pagamento posticipato dei loro stipendi; l’isolamento forzato nel posto di lavoro; niente tempo libero; abusi sia verbali che fisici. Secondo una datata indagine su 600 lavoratori domestici migranti, condotta dal Dr. Ray Jureidini dell’Università americana del Cairo, il 56% ha detto che lavora più di 12 ore al giorno e il 34% non ha tempo libero regolare. Queste condizioni di lavoro difficili hanno conseguenze mortali, come mostrano i dati rilasciati dall’Osservatorio dei Diritti umani: i lavoratori domestici del Libano hanno un tasso di mortalità di una persona a settimana, più spesso per Suicidio o a causa di fallito tentativo di fuga dal loro datori di lavoro.

Le Economie domestiche saudite impiegano una cifra stimata a 1,5 milioni di lavoratori domestici, principalmente dall’Indonesia, dallo Sri Lanka, dalle Filippine e dal Nepal. Mentre non esistono Statistiche affidabili sull’esatto numero di casi d’abuso, il Ministro saudita degli Affari Sociali e le Ambasciate dei Paesi che inviano lavoratori, ricevono migliaia di lamentele da parte di lavoratori domestici verso i loro datori di lavoro o reclutatori (caporalato), ogni anno. Mole di lavoro eccessiva e stipendi non versati, per periodi che vanno da pochi mesi a 10 anni, sono fra le lamentele più comuni. La Legge (di protezione) operaia del Regno esclude i lavoratori domestici, negando loro i Diritti garantiti ad altri lavoratori, quali un giorno di riposo settimanale e le ore supplementari pagate. Molti lavoratori domestici devono lavorare 18 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Alcuni lavoratori domestici affrontano imprigionamenti o frustate per false accuse di furto, adulterio o ‘stregoneria’.

Negli Emirati Arabi Uniti, i lavoratori domestici residenti, provenienti dallo Sri Lanka, che vivono con i loro datori di lavoro, sono in genere pagati in modo fisso mensilmente, senza essere pagati per le ore straordinarie che svolgono. Molti lavoratori domestici migranti affrontano abusi sul posto di lavoro quali: non essere pagati; essere pagati meno del pattuito; sfruttamento salariale; isolamento forzato nel posto di lavoro; orari di lavoro eccessivi; niente giorni di riposo.

In Marocco per citare un altro Paese, i lavoratori domestici bambini, persino di soli 5 o 6 anni d’età, faticano abitualmente in case private, per 100 o più ore alla settimana, senza momenti di riposo o giorni liberi. I datori di lavoro abusano di loro in modo frequente, sia fisicamente che verbalmente, negano loro l’Educazione, e alcune volte negano loro persino nutrimento sufficiente o cure mediche. Alcune ragazzine soffrono persino di molestie sessuali da parte dei datori di lavoro o dei membri della famiglia dei datori di lavoro. Abusati ed isolati da famiglia e coetanei, troppi bambini-domestici soffrono di durevoli danni fisici e psicologici.

L’Osservatorio dei Diritti umani chiama i Ministri del lavoro e i Capi spirituali della Regione ad approfittare del mese di Ramadan per chiedere urgentemente ai padroni di casa e alle loro famiglie di rispettare i Diritti dei lavoratori domestici, in modo entusiasta e con la volontà di rafforzare il rispetto di ciò in tutta la Regione.

E noi Italia, noi italiani trattiamo questi Paesi come se non sapessimo tutto ciò. Vergogna!