Livorno – Così dicevano qualche giorno fa Venusia De Martino e Chiara Bosi, due delle donne che vivono nella Casa Famiglia «Il Melo» in via Caduti del Lavoro
La struttura può accogliere solo mamme con bambini o in maternità ma da lunedì ospiterà anche cinque ragazzi immigrati minorenni. «Noi – spiegano – dobbiamo sottostare a un regolamento. Abbiamo firmato un contratto e dobbiamo rispettare delle regole. Abbiamo degli orari e determinati compiti». Maurizio Onorati, che è il fidanzato di una delle due ragazze, per esempio, non può girovagare per l’edificio liberamente ma può incontrare la sua fidanzata solamente in una sorta di sala d’attesa. «Ci hanno detto che hanno 17 anni e che non parlano italiano. Ammettendo che siano veramente minorenni, ci sembra assurdo che debbano venire qui. Non sappiamo chi sono, non sappiamo cosa faranno e soprattutto non riusciremo a comunicare con loro». La principale preoccupazione, però, riguarda la sistemazione all’interno dell’edificio.
«La struttura non ha divisori. Siamo tutte donne, perciò non abbiamo nemmeno le chiavi di camera. Il bagno è in comune, così come la cucina e le varie stanze. Come facciamo a dormire tranquille sapendo che si aggirano liberi per la casa degli uomini che non conosciamo?».
Avevano ragione . secondo quanto è stato denunciato su Facebook da alcune ragazze madri ospiti di un’ala della struttura, nell’altra ala che ospita cinque profughi, tra due di questi sarebbe nata una violenta lite. Tanto che le educatrici hanno chiamato la polizia e (per precauzione) hanno chiuso le mamme in cucina per evitare un contatto. Poi, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, la situazione è tornata normale.
Fonte la nazione