Il tetto è mobile, il giaciglio provvisorio. Ma i servizi sono garantiti: basta farsi spazio tra buste e carrelli, facendo attenzione a non incontrare tra i clienti qualche vecchia conoscenza. Monia e i suoi due figli da un mese e mezzo vivono così: accampati in una roulotte, alla periferia di Bari, all’ombra del centro commerciale Ipercoop in viale Pasteur. “Cinque metri di lunghezza, ma compresi bastone e gancio da traino”, scherza Emanuel, il più piccolo, faccia nascosta sotto l’ombrellone (di Silvia Dipinto)
Con i figli maggiorenni non si va in comunità: restano mensa e dormitorio, che la famiglia rifiuta. “Lì non sappiamo chi troviamo – spiega Emanuel – c’è brava gente, ma anche persone sporche e ubriache”. E poi ci sono i migranti. “A loro offrono di più che a noi baresi”.
chissà se a Quinto di Treviso c’era un appartamento per una famiglia di italiani?