Italia verso il baratro, nel 2015 fallite in media 53 imprese ogni giorno

Continua la valanga di fallimenti in Italia nei primi sei mesi dell’anno. Le imprese che hanno portato i libri in Tribunale sono state 7.293, 808 casi in meno rispetto a giugno 2014, ma un numero comunque elevatissimo, se si pensa che nel 2000 furono 9.187 in un anno intero e nel più vicino 2007, 6.062.

Nel primo semestre del 2015 in media sono fallite 53 imprese ogni giorno (considerando le sole giornate lavorative), poco più di 2 imprese ogni ora.

Rispetto a giugno 2009 la percentuale dei fallimenti e’ in aumento del 58,8%, contro il +79% di un anno fa, giusto per notare he il Paese Italia sta soccombendo.

Dal 2009 ad oggi (tranne che nel 2012) il numero di fallimenti registrati nel secondo trimestre dell’anno e’ sempre stato in crescita.

Erano 2.391 nel 2009, 3.001 nel 2010, 3.411 nel 2011, 3.109 nel 2012, 3.727 nel 2013. Record negativo per il 2014, a quota 4.278. E poi i 3490 di luglio 2015, un numero devastante, superiore a quello di tutti gli ultimi anni tranne il 2014, che è stato il record assoluto.

Il 2014 si e’ chiuso con la cifra record di 15.605 fallimenti, appunto. Dal 2009 a oggi si contano addirittura 82.500 mila imprese in Italia che hanno portato i libri in tribunale.

E’ la fotografia dell’analisi dei fallimenti in Italia, aggiornata al secondo trimestre 2015, realizzata da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nella business information.

La Lombardia si conferma la regione d’Italia in cui si registra il maggior numero di fallimenti, con 1.513 casi nei primi 6 mesi del 2015, un’incidenza del 20,7% sul totale Italia.

Dal 2009 ad oggi si contano 18.091 imprese lombarde fallite.

La seconda regione piu’ colpita e’ il Lazio, con 906 imprese chiuse nel 2015 e un’incidenza sul totale Italia del 12,4%.

Segue la Campania con 666 casi e relativa incidenza del 9,1%.

Poi, in ordine, per completare le prime dieci posizioni troviamo il Veneto con 627 fallimenti, l’Emilia Romagna (528), la Toscana (517), il Piemonte (472), la Sicilia (399), la Puglia (360) e le Marche (220).

All’ultimo posto della classifica c’e’ la Val d’Aosta con solo 9 fallimenti, un totale di 85 fallimenti dal 2009, ma con una incidenza delle sue imprese di solo lo 0,1% sul complesso dell’Italia.

L’edilizia e il commercio sono i macrosettori piu’ colpiti dalla crisi. Nel settore edile si contano ben 1.838 imprese fallite in questi primi 6 mesi dell’anno.

Il comparto in maggiore sofferenza e’ quello della “costruzione di edifici”, in cui si registrano 865 fallimenti, a cui si aggiungono 583 “installatori” che hanno portato i libri in Tribunale.

Si segnalano anche i 390 casi della “locazione immobiliare”. Appare molto critica anche la situazione del commercio, che registra 1.049 fallimenti nelle vendite all’ingrosso e oltre 1.000 in quelle al dettaglio.

Nel commercio al dettaglio hanno chiuso 377 “ristoranti e bar”, 264 imprese di “abbigliamento e accessori”, 125 “alimentari”, 112 “negozi di arredamento e articoli per la casa”.

Ma il dato che li riepiloga tutti rimane questo: in Italia fallisce – portando i libri in tribunale – un’impresa ogni due ore. Micidiale.

Redazione Milano il nord