Ci sono il ritocco dell’Iva, la revisione al ribasso delle pensioni, lo stop alle agevolazioni fiscali per le isole e per gli armatori. Ed è solo l’inizio. L’eurogruppo sta trattando le condizioni alle quali concedere un nuovo prestito alla Grecia e l’impressione è che per i greci saranno ancora lacrime e sangue. Già nelle sue prime bozze, il documento che Tsipras ha presentato ai colleghi europei è più “pesante” di quello che ad Atene era stato richiesto cinque mesi fa.
Dopo la tensione che ha preceduto e poi seguito il referendum della scorsa domenica e le code ai bancomat per ritirare contante viste in tutto il Paese nei giorni scorsi, ora la situazione pare tranquilla, come sospesa. Ma l’accettazione da parte del governo Tsipras di condizione troppo dure che certo non coinciderebbero col mandato ricevuto dal premier greco col referendum, oltre che avere conseguenze su Syriza e sulla tenuta dell’esecutivo, potrebbe portare a disordini nelle piazze che giùà si sono visti ad Atene in questi ultimi anni. Se non peggio.
Il ministro della Difesa Panos Kammenos, nel corso del suo intervento al Parlamento greco ha sottolineato, senza usare giri di parole il timore di dsordini estesi a tutta la Grecia: “Non ho paura del Grexit e neanche delle altre minacce che ci vengono fatte. Ho paura solo di una cosa. Delle divisioni del nostro popolo e della guerra civile. I Greci non sono pronti ad affrontare una cosa del genere”. (Libero)