Attenzione: allarme per diffusione del virus informatico ‘Cryptolocker’ in Italia

Si chiama cryptolocker ed e’ e’ un virus informatico che si sta diffondendo sempre piu’ in Italia e che cattura i dai dei computer. L’allarme e’ stato lanciato dalla Polizia postale e delle comunicazioni che, negli ultimi mesi, hanno notato un incremento di denunce di utenti vittime di questo virus che viene utilizzato al fine di ricattare l’utente ed ottenere in questo modo una somma di denaro in cambio della decriptazione. Le vittime sono per lo piu’ uffici, studi di liberi professionisti come notai, commercialisti e avvocati, ma anche piccole aziende e in un episodio anche un ospedale. Due giorni fa, gli investigatori del Compartimento della polizia postale di Trieste sono riusciti a sgominare una banda compopsta da sette studenti italiani tra i 23 e i 27 anni che avevano utilizzato questo virus e ricattato, a fini estorsivi, le loro vittime.

“Il virus cryptolocker si sta sempre piu’ diffondendo in Italia – ha spiegato Nunzia Ciardi, dirigente del Compartimento della polizia postale di Roma – si pena che il codice di queswto virus sia nato in Lettonia. Noi raccomandiamo di non aprire mai mail sospette e di non pagare in nessun caso anche perche’ difficilmente sara’ possibile recuperare i dati e, comunque, cedendo al ricatto ne aumenta la diffusione“. Cryptolocker si nasconde dietro una e-mail che sembra inviata da un mittente credibile: spesso un corrire e uno spedizioniere dove si fa riferimento ad una fattura che e’ allegata in formato pdf. Una volta cliccato sull’allegato, il virus infetta la memroai del computer in pochi secondo non trovando alcun ostacolo nemmeno da parte dei piu’ sofisticati antivirus. L’effetto e’ che tutti documenti presenti nella memoria diventano irraggiungibili e inutilizzabili. Il virus ha la capacita’ di intervenire in tutti i dispositivi collegati al computer sia via cavo che in rete.

L’utente, vittima del virus, riceve una comunicazione dove, spesso in inglese, gli si comunica che, per riavere i dati registrati sul pc occorre pagare in bitcoin, la moneta virtuale di Internet il cui valore corrisponde a cira 217 euro uninominale. “Non bisogna assolutamente cedere al ricatto – ha spiegato Nunzia Ciardi – molto meglio mettere in atto tutte le precauzioni: tenere sempre aggiornato software del proprio computer. Fare sempre backup anche su supporti diversi, fare attenzione alle mail che ci arrivano evitando di cliccare sui link o di aprire allegati. agi