Nel 2014 l’Inps ha registrato un risultato economico di esercizio negativo per 12,774 miliardi di euro e un disavanzo di 7,878 miliardi, contro gli 8,724 miliardi del 2013. Lo rivela il Rapporto annuale dell’Inps, che sottolinea tuttavia che “il deficit annuale del bilancio e lo squilibrio strutturale delle singole gestioni previdenziali non mettono a rischio la sostenibilità dell’intero sistema di sicurezza sociale”.
“La situazione patrimoniale dell’Inps – alla fine dell’esercizio 2014 – rileva un miglioramento del patrimonio netto di circa 9 mld di euro” che “beneficia degli effetti della legge n. 147/2013, con cui è stato disposto il ripianamento dei debiti verso lo Stato dell’ex Inpdap per 21.698 mln, al netto del risultato economico negativo dell’esercizio pari a 12.774 milioni”.
“Per effetto del disavanzo finanziario sopra indicato, l’avanzo di amministrazione del 2014 passa da circa 43,9 mld a 36 mld”. Il rapporto evidenzia che “le uscite per prestazioni istituzionali per l’anno 2014 ammontano a 303,4 miliardi di euro di cui 268,8 miliardi per prestazioni pensionistiche e 34,6 miliardi per prestazioni economiche aventi carattere temporaneo (dati di pre-consuntivo 2014).
L’Inps mette in pagamento ogni mese complessivamente quasi 21 milioni di pensioni a favore di circa 15,6 milioni di beneficiari di cui oltre 7,2 milioni (46,4%) di uomini e 8,4 milioni di donne (53,6%)”.Secondo il rapporto annuale “le prestazioni pensionistiche, che ammontano ad un totale di quasi 17,2 milioni di trattamenti (pari all’82,2% di tutte le prestazioni in essere) – spiega il dossier – traggono il loro fondamento da un rapporto assicurativo obbligatorio e sono finanziate prevalentemente con i contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro.
Le prestazioni di natura assistenziale, invece (essenzialmente pensioni e assegni sociali e provvidenze economiche di invalidità civile), ammontano a oltre 3,7 milioni di trattamenti (pari al 17,8% delle prestazioni in essere) e non sono basate su un rapporto assicurativo ma si configurano come interventi dello stato sociale, con onere, quindi, integralmente a carico dello Stato” (La Presse)