Continua la caccia ai giornalisti da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis). Questa volta è toccata a Suha Ahmed Radi, corrispondente del giornale iracheno “Ninive” a Mosul roccaforte del Califfato nel Nord del’Iraq. Lo ha riferito una Ong irachena.
In un comunicato emesso oggi, l'”Osservatorio della Libertà di Stampa” ha affermato che gli uomini del Califfo “hanno prelevato la giornalista, alcuni giorni fa, dalla sua abitazione nel quartiere al Ikha’a a est di Mosul conducendola ad una località ignota”. Quindi “il Tribunale della Shariya dell’Isis per l’accusa di essere agente del nemico condannandola alla pena di morte”.
L’esecuzione sarebbe avvenuta ” di fronte ad una folla di abitanti in una piazza nel quartiere al Dakki a ovest della città”, ha precisato l’Ong irachena prima di specificare che l’Isis “ha consegnato la salma della giornalista ai suoi familiari tramite l’ufficio di medicina legale”. Sul corpo senza vita “i familiari hanno notato ferite da arma da fuoco”, recita ancora il comunicato.
Mosul, seconda più grande città dell’Iraq, è dal 10 giugno scorso sotto il controllo dello Stato Islamico. askanews