Per la magistratura “cogliere e prevedere le conseguenze delle decisioni giudiziarie non puo’ piu’ essere un tabu'”. Lo scrive il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, in una lettera pubblicata oggi dal ‘Corriere della Sera’, nell’ambito del dibattito scaturito dalle vicende Ilva e Fincantieri.
“Se sulla magistratura si riversano maggiori aspettative e domande – aggiunge Legnini – occorre che essa orienti sempre piu’ le sue decisioni a ponderazione, specializzazione e piena consapevolezza della forte incidenza della giurisprudenza sul caso concreto e sul sistema in generale. Cosi’, cogliere e prevedere le conseguenze delle decisioni giudiziarie, il loro impatto sull’economia e sulla societa’ non puo’ piu’ essere considerato un tabu'”.
Le decisioni di un giudice, rileva ancora il numero due di Palazzo dei Marescialli, “producono conseguenze sistemiche, egli non puo’ mai prescindere dalla previsione degli effetti del proprio rendere giustizia” e pertanto “occorre farsi carico, con l’istituto della motivazione, di dar conto delle ragioni che inducono a scegliere una soluzione concreta a discapito delle altre”.
(AGI) .
Non è chiaro per quale motivo il dr. Legnini pensi che le decisioni siano state prese quasi ingenuamente, senza valutare gli effetti.
Invece si dovrebbe considerare che certe sentenze siano state emesse proprio dopo aver valutato attentamente le conseguenze. A tal proposito, consigliamo la lettura di questo articolo