Ciò che stanno facendo la cancelliera tedesca Angela Merkel e “i suoi vassalli” in relazione alla Grecia “è suicida per l’Occidente”. Invece, servirebbe “una Conferenza Internazionale con Cina e Russia, per risolvere la questione greca, che è una questione geostrategica”.
A sostenerlo è Giulio Sapelli, docente di Storia Economica all’Università Statale di Milano, saggista e consulente aziendale con la Sapelli & Partners. “In altri tempi – continua – come quando nel 1932 la Grecia fece default, si tenevano delle Conferenze internazionali, dove tutte le potenze si riunivano e tentavano di risolvere i problemi del debito greco, che è una cosa secolare”. Debiti che venivano riscadenziati e dilazionati.
La Grecia ha una lunga storia di crisi finanziarie: “Non appena il Paese conquistò l’indipendenza dall’Impero Ottomano, i default si susseguono – ricorda Sapelli all’Adnkronos – si arrivò al punto di affidare il sistema bancario greco alle banche inglesi, ma erano soluzioni frutto di conferenze internazionali”. Questo per un motivo semplice: “La Grecia è lì, sullo Stretto dei Dardanelli, davanti alla Turchia”, ricorda.
Il conflitto greco-turco “è secolare, ma in epoca contemporanea inizia nel 1974, con l’invasione turca di Cipro, come ho spiegato nel mio libro ‘Southern Europe: Politics, Society and Economics Since 1945’, recentemente ripubblicato. Pochi ricordano che il presidente della Repubblica di Cipro, la parte greca, e quello della parte turca si sono abbracciati, perché stanno preparando un trattato per dare alla Russia una base a Cipro”.
Insomma, secondo lo storico “in altri tempi la questione sarebbe stata affrontata con un approccio geopolitico, non dal punto di vista dei conti della serva“. Inoltre, se la Grecia “facesse veramente default, non è vero che non succederebbe niente. Dimenticano tutti che i debiti oggi sono tutti collateralizzati: si appoggiano sui derivati. E quando ero presidente dei comitati audit cercavo di impedire queste nefandezze”. Pertanto “l’onda d’urto sarebbe immensa, arriverebbe fino in Cina. Non è il Pil che conta, ma la collateralizzazione del debito e il debito greco è molto collateralizzato. Far fare default alla Grecia è pericolosissimo“.
Gli Usa, dal canto loro, “stanno lavorando ma hanno una contraddizione: serve un accordo con i russi. Premono sulla Merkel, sui baltici e sui polacchi perché siano più morbidi, ma hanno in corso una guerra fredda con Vladimir Putin, per la quale il leader russo dà loro tutti i motivi del mondo, intendiamoci”. In Medio Oriente “combattono l’Isis, ma poi cercano l’accordo con l’Iran, con il risultato che i sauditi appoggiano l’Isis ancora di più”. Insomma, la crisi greca, per Sapelli, “è una prova del grande disordine internazionale ed europeo. Io la vedo molto male“.
Il premier greco Alexis Tsipras ha fatto “un errore tattico” a indire un referendum, continua lo storico, perché se vince il ‘no’, “passa per un messaggio anti euro e le Borse si innervosiscono”. Se invece vince il sì, “i tedeschi lo costringerebbero a dimettersi e metterebbero un loro fantoccio come Antonis Samaras. Va ricordato che costrinsero Georgios Papandreou alle dimissioni: fanno fare a Tsipras la fine che hanno fatto fare a Silvio Berlusconi, parliamoci chiaro”. Secondo lo storico dell’Economia “siamo di fronte a persone senza idee, ma purtroppo senza scrupoli”. E in Europa si assiste a “un crollo terribile della leadership. Quindi, purtroppo vedo nero”.