Fincantieri, Squinzi: un altro caso Ilva, attacco all’impresa italiana

E’ “un altro caso Ilva”, un esempio della “manina anti-impresa” che non lascia operare le aziende italiane, afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. “Io ho parlato della manina anti-impresa ma sono stato superato dalla realta’ – ha detto – la notizia di questa mattina e ‘che la magistratura ha fermato la Fincantieri di Monfalcone. E’ un altro caso Ilva, sembra che non si voglia che le imprese operino in questo Paese, e questa e’ una cosa particolarmente grave“.

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“E’ una vicenda all’italiana, se necessario ci faremo sentire anche con il governo”, ha sottolineato Squinzi. In una nota dell’azienda, invece, si legge che la chiusura dello stabilimento di Monfalcone della Fincantieri blocca l’accesso di oltre 4.500 lavoratori, tra dipendenti e indotto, nonche’ il blocco delle merci in arrivo.

L’accusa mossa a Fincantieri – viene inoltre precisato – e’ quella di gestire rifiuti prodotti da terzi in assenza di autorizzazione.
Fincantieri dichiara invece che “e’ a tutti gli effetti il ‘produttore del rifiuto’ in quanto proprietaria del materiale nel momento in cui lo stesso diviene tale, a seguito della sua ‘caratterizzazione'”. Fincantieri precisa inoltre che “le soluzioni adottate in altri Paesi membri dell’Unione Europea, quindi con norme che discendono dalle stesse Direttive recepite dal legislatore italiano, sono analoghe a quelle adottate nello stabilimento di Monfalcone”. Le stesse soluzioni sono pertanto adottate in tutti gli stabilimenti, in Italia e all’estero, nei quali ci si avvale di imprese appaltatrici anche al di fuori del settore navalmeccanico. “Le operazioni di controllo e suddivisione dei residui di lavorazione, per ovvii motivi viene spiegato – non possono essere effettuate a bordo delle navi: sono percio’ svolte nelle aree destinate (sempre all interno dello stabilimento) e appositamente apprestate; in tali aree, che sono adeguatamente attrezzate, i materiali eccedenti vengono raccolti, opportunamente raggruppati e classificati in modo corretto, per poi essere inviati a smaltimento”. (AGI) .

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