Un Paese con l’acqua alla gola, disorientato e intimorito ma che resta combattivo. Migliaia di persone sono scese in piazza ad Atene non per protestare contro il governo Tsipras ma per gridare la propria indignazione nei confronti dei creditori e delle istituzioni europee.
“Adesso è arrivato il nostro turno per dire di no perchè i creditori vogliono il Paese tutto intero” dice uno dei manifestanti. “Vogliono la nostro libertà, i nostri diritti, vogliono le nostre proprietà, vogliono la nostra terra. Sono sicuro che il popolo greco reagirà”.
“Sin da quando il governo ha scelto di muoversi nel quadro dell’Unione Europea, da quando ha deciso di sedere al tavolo con i creditori adeguandosi a questa impostazione, era chiaro che non c’era possibilità di aver un accordo che venisse incontro alle richieste della gente” afferma un giovane venuto a manifestare in piazza Syntagma, davanti al Parlamento.
Quella che comincia oggi sarà una settimana chiave non solo per la Grecia ma per tutta la zona euro. Il referendum di domenica prossima, il 5 luglio, con il quale i cittadini ellenici diranno, con buona probabilità, ‘no’ alle proposte europee, rappresenta un salto verso l’ignoto per tutta l’Unione Europea. euronews