Le casse sono vuote, l’economia è in recessione e le banche internazionali e i gestori di fondi non sono disponibili a sottoscrivere nuovo debito. Questa l’attuale situazione di Porto Rico, territorio non incorporato degli Stati Uniti che si trova nel mar dei Caraibi, che ha dichiarato “non pagabile” il debito da 72 miliardi di dollari.
Come si legge in un rapporto sull’economia locale, il deficit è più ampio di quanto si pensasse. Il governatore Alejandro Garcia Padilla, che da anni cerca di fare quadrare i conti di Porto Rico, ha spiegato al New York Times che Porto Rico cercherà di ristrutturare le proprie passività, rimandando alcuni pagamenti ed estendendo le scadenze su altri rimborsi. “Non c’è altra possibilità. Vorrei dire che ci sono opzioni più semplici, ma questa non è politica, è matematica”, ha detto.
In un referendum tenuto nel 2012, i portoricani si sono espressi a favore di un cambiamento dell’attuale status territoriale, preferendo l’opzione di diventare il 51esimo Stato degli Stati Uniti a quella di diventare indipendenti. L’anno dopo, la Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di organizzare un altro referendum, il primo sullo status di Porto Rico finanziato dal governo federale statunitense. askanews