VITTORIO VENETO… DAI CAVALIERI AGLI AFRICANI!

Grande Guerra, quel santo nome di Vittorio Veneto
di Ernesto Micetich

E la polvere che noi
pensavamo cipria, ci seppellisce cotidianamente come
un becchino troppo scrupoloso.”
Corazzini

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A cento anni di distanza dall’inizio di quella fulgida apoteosi del valor militare italiano che fu la Grande Guerra, quel santo nome di Vittorio Veneto, che ancora suscita delicati palpiti di ieratica commozione nei nostri cuori, é apparso nuovamente ma questa volta non dal seno di Clio per illuminare con la riverberante rimembranza della fulgida fierezza dei nostri soldati il candido volto d’Italia bensí gocciolando mestamente dal plumbeo stillicidio delle misere notizie di questa triste cronaca che in un malato rosario di opaca quotidianitá ci mostra l’inabissamento della Patria in una putrida palude di vergognosa decadenza sociale.

Non vediamo infatti lo slancio eroico del nostro esercito imporporato dal radioso sorriso della Vittoria, ma la cicatrice dell’umiliante racconto della belluina prepotenza selvaggia di alcuni primitivi stranieri vomitati dai tuguri tribali dell’Africa, violentemente scatenatasi su alcuni nostri compatrioti, discendenti, come noi tutti che siamo i veri italiani, da quegli intrepidi guerrieri che di certo non per questo turpe raccolto di abietto stranierume affrontarono le armate nemiche e dissolsero le loro giovani vite nel cruento strazio di cruenti battaglie …

Ecco il nuovo bollettino di guerra, da La Tribuna di Treviso dell’11 febbraio 2015  “Quattro immigrati ospitati al Ceis si oppongono al decreto di cessazione dell’assistenza firmato dal Prefetto. Ieri mattina di nuovo bloccata la statale Alemagna a Serravalle. Un immigrato maliano ha lanciato un oggetto contro un’auto in transito danneggiandola. A scatenare la protesta il decreto recapitato ieri verso le 8 al Ceis da un drappello di una decina di carabinieri. Destinatari due nigeriani, un maliano e un migrante della Costa d’Avorio, ancora minorenne. Tutti responsabili delle sommosse del febbraio scorso che avevano bloccato la statale 51. Per questo la Prefettura aveva deciso di revocare loro la permanenza. Circondati da altri ospiti della struttura, i quattro hanno di fatto impedito ai carabinieri la notifica dell’atto. Dopo momenti di concitazione, i migranti hanno bloccato la strada. I militari hanno preferito non usare la forza per evitare che la situazione degenerasse. ” (1).

E cosí grazie alla subumana fauna dei rinnegati dell’immonda casta politica e al babbeume dei dementi buonisti che abbacinati dai mentecatti deliri dell’internazionalismo sinistro e dai diabetici vaniloqui buonisti della cancrenosa pretaglia vaticana vedono fiori dove non vi é altro che il deserto di una parassitaria sterpaglia di spregevole barbarie siamo passati dai Cavalieri, agli… africani di Vittorio Veneto!

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(1) É sufficiente riflettere sul motivo della protesta per aprire gli occhi e comprendere che sono solo dei parassiti non meritevoli di pietá alcuna e che accoglierli nella nostra terra non é affatto un lodevole gesto umanitario ma un crimine contro l’Italia da castigare con la pena di morte <si oppongono al decreto di cessazione dell’assistenza>. Un atteggiamento che mi ricorda quello del cane Argo creato non da Omero ma dalla penna di Italo Svevo < Anche la vecchia Anna ha un odore che non c’è altrove. È gradevole sempre perché accompagna quello del cibo. Quando viene in corte con la grande scodella colma di cibo io aspetto che la deponga e le faccio feste. Poi quando arrivo a mettere il naso nella scodella, questa è ben mia. Guai a chi la tocca. Se Anna stessa s’avvicina io ringhio. Così arrivai a tenere sempre tutta la scodella per me. La vita è fatta così: Prima bisogna pregare per avere le cose e poi ringhiare per conservarle.>.

Ma mille volte meglio il nostro amico a quattro zampe! Piagnucola un ghanese, Prince Obeng nel programma Announo condotto da Giulia Innocenzi  “Tu magari preferisci un tuo cane, un chihuahua del… però il vestito glielo compri al chihuahua”. E ci mancherebbe altro!