Da pochi giorni è iniziato il mese sacro dei musulmani, il Ramadan. Trenta giorni in cui i fedeli non possono bere, mangiare, avere rapporti sessuali e fumare dall’alba al tramonto.
Una prescrizione osservata anche dalle molte migliaia di profughi di religione islamica che stazionano nel nostro Paese. Nelle Marche alcuni profughi afghani alloggiati a Loro Piceno, ben nutriti e forniti di smartphone, hanno inscenato una protesta contro il sistema di accoglienza che somministrava loro i pasti senza tenere conto degli orari del Ramadan.
I clandestini, che non conoscono l’inglese e parlano il pashtu (dovrebbero essere pakistani, quindi profughi) hanno deciso di marciare a piedi sino a Macerata per protestare di fronte alla questura. Il sito locale “Cronache maceratesi” riporta le proteste di alcune degli afghani: “Non abbiamo abbastanza cibo, sono quattro giorni che dobbiamo comprarlo noi. Per i pasti chi arriva prima mangia e chi arriva dopo si arrangia.”