Lesbo nel Mar Egeo è la nuova Lampedusa. Circa 300 profughi sbarcano giornalmente sull’isola di Saffo. Mentre la quasi totalità degli sbarchi in Italia proviene dalla Libia, cittadini siriani e afghani – secondo i dati dell’organizzazione mondiale per le migrazioni – puntano sulla Grecia partendo dalla Turchia.
Sulle isole greche dell’Egeo, il numero dei profughi è aumentato di 6 volte rispetto allo scorso anno.
“Siamo siriani e abbiamo un sogno – dice Lukman Muhammed Ali, proveniente dalla città di Qamishli – Vogliamo sentirci esseri umani come le altre persone”.
Gli arrivi a Lesbo – 737 a gennaio e 1.002 a febbraio – sono saliti a 3.348 a marzo, quasi 5.000 ad aprile e oltre 7.200 a maggio. Nei prossimi mesi, le condizioni meteorologiche favorevoli porteranno a un ulteriore aumento dei flussi migratori.
“Quando la tua casa prende fuoco – e la nostra isola, che è la nostra casa, ha preso fuoco – chiami i pompieri e non esci a prendere un caffè. Fai tutto il possibile per spegnere l’incendio – dice il sindaco di Lesbo, Spyros Galinos, usando una metafora – È quello che abbiamo fatto, ma abbiamo ancora un disperato bisogno di aiuto. Abbiamo bisogno dei vigili del fuoco, ma non li abbiamo ancora visti”.
L’aumento degli arrivi per la Grecia è stato drammatico, passando da 34 mila in tutto il 2014 ai 48 mila dei primi mesi del 2015.
“In questo momento abbiamo di fronte a noi persone disperate. Meritano tutto il sostegno – dice un abitante dell’isola – Ma per come stanno andando le cose, prima o poi diventeranno più numerose di noi residenti”.
Sono circa 100mila i migranti arrivati in Europa dall’inizio del 2015. Tra questi circa 46.500 sono sbarcati in Italia e 42.000 in Grecia. 1.850 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.
Di Salvatore Falco – euronews