Dopo 30 anni torna la difterite in Europa

 

Era scomparsa da 30 anni, pochi giorni fa si è registrato un nuovo caso in Europa. Un bambino spagnolo di 6 anni è risultato positivo ai test per la difterite. La difterite è una malattia infettiva acuta e contagiosa, provocata da ceppi tossigeni di Corynebacterium diphtheriae. La tossina è responsabile di complicanze tipiche quali miocardite e paralisi dei nervi cranici. Decenni fa in Italia questa malattia prima della vaccinazione di massa (al termine della seconda guerra mondiale) faceva registrare decine di migliaia di casi e più di mille morti all’anno.

In Spagna l’ultima segnalazione di contagio dal batterio della difterite risaliva al 1986: ora il caso di un bambino di 6 anni non vaccinato residente ad Olot, nella provincia di Girona, risultato infatti positivo per una difterite tossicogenica all’analisi molecolare PCR e al test di Elek. Pochi mesi fa l’Istituto Superiore della Sanità aveva lanciato l’allarme verso il pericoloso calo di attenzione per le patologie, come la difterite, che sono state “dimenticate”. Il bimbo spagnolo è stato trasferito in un ospedale specializzato a Barcellona ed è in gravi condizioni.

In Italia, se mai dovesse capitare un caso del genere, sarebbe allarme, perché mancano i farmaci. “Anche l’Italia – dice Luciano Pinto, vice Presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale – non possiede scorte di antitossina difterica. Per evitare situazioni come quella che si è verificata in Catalogna, è indispensabile che le nostre Autorità, insieme a quelle europee, battano ogni strada per assicurare al nostro paese le scorte necessarie per ogni evenienza. La mancanza di DAT desta infatti una grande preoccupazione in Europa, in quanto il farmaco è necessario per curare i nuovi casi di difterite, che, anche se pochi, continuano a verificarsi ogni anno”.

Libero scrive:

La mortalità è di circa il 5-10% ma in molti casi, nei sopravvissuti, permangono danni permanenti a carico di cuore, reni, sistema nervoso. I casi di malattia si sono ridotti, fino a scomparire quasi del tutto alla fine degli anni ’70, dopo che la vaccinazione antidifterica è stata praticata in forma estensiva in associazione con quella antitetanica disponibile fin dal 1920.

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