Condannato in via definitiva perché ha copiato. La Suprema Corte ha confermato quasi in toto quanto deciso dalla Corte d’Appello di Napoli che nel settembre scorso ha condannato l’autore di Gomorra per aver copiato e riportato nel suo bestseller parte di tre articoli pubblicati dai quotidiani “Cronache di Napoli” e “Cronache di Caserta”.
Gli Ermellini hanno rigettato otto dei sette motivi su cui si basava l’appello dell’«oracolo anticamorra» e ne ha accolto solo uno, quello relativo al risarcimento di 60mila euro. Sarà dunque un altro giudice a riquantificare il danno. Per il resto la condanna è passata in giudicato e l’obiezione contenuta nel ricorso, e cioè che «Gomorra è un’opera originale e autonoma» che in quanto tale può «riprendere il contenuto di opere altrui senza necessità di consenso», è stata rispedita al mittente dalla Cassazione che ha invece parlato di «appropriazione plagiatoria» di tre articoli in alcuni casi riportati “quasi integralmente” nel libro-totem.
Il copia-incolla del «profeta intellettuale» è un dato di fatto acclarato da una sentenza definitiva.
Luca Rocca – il tempo