Umberto Eco: “I Social danno diritto di parola a legioni di imbecilli”

 

I social “danno diritto di parola a legioni di imbecilli…che oggi hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel”. Così Umberto Eco dall’Università di Torino, dove è stato insignito della Laurea honoris causa in ”Comunicazione e Culture dei Media” per aver arricchito la cultura italiana e internazionale. Proprio nell’occasione della cerimonia, l’ex docente di Alma Mater si è lasciato andare ad esternazioni sulla rete e sull’uso dei social network.

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Il professore è partito premettendo che i social hanno anche dei risvolti positivi. “Permettono alle persone di essere in contatto tra loro, e da un lato possono essere anche considerati un fenomeno positivo”. Infatti, ha sottolineato Eco,“ hanno anche creato movimenti di opinioni con rivolti positivi in alcuni Paesi” e “ad esempio, c’è chi sostiene che se i social fossero esistiti ai tempi di Auschwitz i campi di sterminio non sarebbero esistiti perché le informazioni si sarebbero diffuse velocemente…”

Dall’altra parte, però, il semiologo non ha usato giri di parole nel sottolineare gli aspetti negativi della diffusione della cultura social. “Danno diritto di parola a legioni di imbecilli, che in altri tempi invece parlavano solo al bar, quindi non danneggiavano la società. Venivano messi a tacere dai compagni oggi invece hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel”. E’ questo il punto che ha sollevato una piccata reazione da parte di una nutrita schiera di aficionados del web, che invece nella forma democratica dei social, dove appunto chiunque può esprimere la propria opinione, leggono un risvolto positivo, una conquista.

Dietro l’attacco c’è infine una riflessione più ampia, sollevata dallo studioso, per il quale “il grande problema della scuola oggi è insegnare ai giovani a filtrare le informazioni di Internet, cosa di cui non sono però capaci neppure i professori, perchè sono neofiti in questo campo”.

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3 thoughts on “Umberto Eco: “I Social danno diritto di parola a legioni di imbecilli”

  1. TUTTO SOMMATO ANCHE UMBERTO SI E’ AUTOAGGREGATO A ” QUELLA LEGIONI DI IMBECILLI DI STRADA …. LI HA LEGITTIMATI, SEGNO EVIDENTE CHE NN. ESISTE SOLO L’INSEGNANTE BOCCONIANO O INSIGNITO, ESISTE ANCHE L’INSEGNANTE DI STRADA CHE SI AVVALE DELL’ESPERIENZA MILLENARIA DI PROVERBI E METAFORE POPOLARI OLTRE CHE DI SAGGIA MODESTIA,PER ARRIVARE ALLA SACROSANTA CONCRETA SINTESI.

  2. Beh, come si fa poi a non essere influenzati, quando a corredo di un articolo c’è una foto di Eco tutto intento a scaccolarsi il naso ?

  3. Caro Umbero Eco,
    Le legioni di imbecilli non sono altro che le persone comuni,
    la cosiddetta società civile, cioè quello che dovrebbe essere,
    per qualcuno, il soggetto della democrazia.
    Dire che Internet si limiti a riportare questo soggetto per ciò che è, amplificando la sua personalità ed eventualmente potenziando la sua imbecillità sarebbe riduttivo e falso: è chiaro (lo è ?) che le naturali
    inclinazioni della gente comune, della massa, dei grandi numeri, insomma,
    come la tendenza alla abulia, alla frustrazione, alla lagna e al complottismo,
    derivano dal loro stesso essere, dalla loro pochezza, e vengono usate da chi gestisce Internet.
    Vede, Signor Eco ? In questa dinamica, non si può nanche tentare di inquadrare il complottismo, senza ricadere nel suo alone, e questo perché la disinformazione proviene dalla stessa fonte che gestisce l’informazione,
    in una perfetta logica spionistica. I complotti esistono, ma con questo sistema la gente è portata a sospettare che in fondo non esistano davvero, che siano soltanto una realtà metastabile dovuta a uno stato mentale.
    E forse è giusto così, forse la gente non se la merita, o non la vuole davvero, la verità.
    Filtrare le informazioni da Internet non è possibile per lo stesso motivo. Viene diffusa un cultura, una storiografia, una visione degli accadimenti “in chiaro”, attinente a una di filosofia alquanto wikipediana ma anche andreottiana (e ciò non a discapito, ma a dimostrare quanto moderno fosse il filosofo Andreotti); allo stesso tempo, si dubita di eventi certi e accertati (il viaggio dell’uomo sulla Luna), in quanto inconcepibili dall’uomo comune.
    Lei, Signor Eco, qualche mese fa affermò che “L’Isis è il nuovo nazismo”. In tale affermazione lei è stato indubbiamente influenzato, e le
    domando: se n’è forse accorto ? Con quella frase, lei ha trasmesso e validato una influenza di pensiero che riconosce veridicità e autoctonìa a un movimento come l’Isis, che certamente ha basi spontanee, ma che … Ci siamo capiti, credo. Saluti

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