La Grecia è a un bivio. Restare nell’euro e dire stop all’austerità. Una condizione alla qualche ha detto basta anche il premier Tsipras. Le misure chieste dai creditori stanno mettendo in ginocchio il paese con un aumento della povertà.
“La famiglia greca media ha perso oltre il 40% del suo reddito durante la crisi, alcune famiglie hanno perso molto di più. Pertanto nessun governo o partito politico può convincere il popolo che tali misure di austerità supplementari saranno la soluzione ai loro problemi”, ha notare ai nostri microfoni Napoleon Maravegias, Professore di Economia.
C‘è chi per tagliatre i costi della vita ha tagliato anche i fili della luce. Del resto non è semplice far quadrare i conti, con la disoccupazione alle stelle e le bollette di gas ed elettricità salite dal 13% al 23%. Senza contare le tasse, ormai una salasso senza fine.
“L’IVA al 23% sull’elettricità creerà un effeto domino anche sui prezzi degli altri beni di consumo. In tempi così difficili tali politiche di austeriy sono del tutto fuori luogo”, dice un signore.
Situazione ancora più complessa quella delle pensioni. Tsipraz ha promesso che non ci saranno tagli. Ma dove troverá i soldi per una popolazione sempre più anziana e con sempre meno giovani con un posto fisso. Pensionati, precari, disocuppati, c‘è chi ha perso tutto o quasi. ONG e organizzazioni di carità rivelano che il 90% delle famiglie nei quartieri più poveri di Atene e non solo si rivolge ogni giorno alle mense dei poveri per la sopravvivenza. Ma ormai anche qui cibo, medici e vestiti iniziano a scarseggiare.
La Grecia si trova di fronte a una crisi umanitaria, sottolinea Stamatis Giannisis, nostro corrispondente ad Atene. Il premier Tsipras e il suo partito Syriza sembrano non voler piegarsi alle richieste dei creditori. Ulteriori misure di austerità sarebbe un duro colpo per un Paese e un’economia già al collasso.
Di Debora Gandini – euronews