G7, WWF: 100 miliardi di dollari l’anno alla lobby delle rinnovabili

Il riscaldamento globale non dovrà superare i due gradi centigradi rispetto ai valori precedenti all’era industriale e i Paesi del G7 adotteranno tutte le misure necessarie per centrare l’obiettivo. L’annuncio ufficiale è arrivato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, durante la conferenza stampa di chiusura del vertice del G7 nel castello bavarese di Elmau, in Germania.

I sette Paesi più industrializzati al mondo (Usa, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada, Giappone) hanno deciso di elaborare norme vincolanti sul cambiamento climatico che dovranno essere approvate alla Conferenza sul clima di Parigi, in programma a dicembre.

Nel corso del vertice è stato deciso anche un altro obiettivo: avere entro la fine del XXI secolo un’economia libera dal carbone e in cui le emissioni di CO2 sono state ridotte sensibilmente rispetto alla situazione attuale.

Parola d’ordine: rinnovabili – Il tema del cambiamento climatico ha coinvolto molte associazioni ambientaliste e ha spinto Greenpeace a proiettare con i laser un messaggio sulla Zugspitze, la montagna più alta della Germania, che domina la sede del vertice. “G7, datevi al 100% alle rinnovabili”, recitava il messaggio di Greenpeace, che ha ricordato come i Paesi del G7 ospitino solo il 10% della popolazione mondiale ma siano anche responsabili del 26% delle emissioni che causano l’effetto serra.

Truffa milionaria del fotovoltaico in Puglia

Cento miliardi di dollari l’anno alla lobby green – Un appello ai governi del G7 arriva anche dal Wwf. Marco Lambertini, direttore generale di Wwf International, sul suo profilo Twitter ha invitato i grandi della terra a produrre un piano concreto con un impegno di 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020, dando particolare attenzione alla tutela delle popolazioni più vulnerabili, sostenendo una serie di iniziative per una più ampia diffusione delle energie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo.

“I sette Paesi più industrializzati al mondo (Usa, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada, Giappone) hanno deciso di elaborare norme vincolanti sul cambiamento climatico che dovranno essere approvate alla Conferenza sul clima di Parigi, in programma a dicembre”.