Era stato invitato a Stoccolma per aprire la conferenza mondiale sulla fame, ma in cambio aveva chiesto 460mila euro (330mila sterline) per un intervento di 20 minuti. Secondo il Daily Mail è questo il “cachet” preteso da Tony Blair: 348mila euro per il “disturbo”, 112 mila euro per le spese. In pratica 380 euro al secondo. I soldi richiesti sarebbero finiti nelle casse della Fondazione caritatevole della moglie dell’ex premier laburista, Charlie Blair. Ma per gli organizzatori dell’evento si trattava di una somma eccessiva, quindi è saltato tutto.
Almeno questa è una versione. L’altra, quella dello staff di Blair, parla invece di eccessivi impegni che hanno costretto l’ex premier al passo indietro. Sarà. Eppure pare, sempre stando alle testimonianze di chi organizzava, che la trattativa sul cachet sia andata avanti per mesi e che gli siano stati offerti 174mila dollari, ovviamente rifiutati. Ma pare che questi tariffari esosi siano nella norma.
Nel 2007 un suo intervento davanti a 600 funzionari del partito comunista cinese è stato pagato 465mila euro. La Tony Blair asscociati per le consulenze ha avuto rapporti con il Kazakistan per 22 milioni di euro; altri 37 sono arrivati dal Kuwait: parole al peso d’oro insomma. Ma non è il solo. Bill Clinton ha ricevuto 456mila euro per la prima edizione del summit sulla fame; la Fondazione Clinton ha ricevuto 459mila euro per l’accettazione di un premio alla carriera all’ex presidente democratico Usa. E a gestire gli impegni (e il cachet) è l’agenzia della moglie Hillary. tgcom24
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