Sta suscitando forti polemiche in Vietnam la storia di una donna che sostiene di aver abortito 18 volte perché il marito voleva un figlio maschio. In una apparizione televisiva questa settimana con il viso nascosto, la donna ha raccontato che dopo la nascita di quattro figlie, la delusione del marito e la sua depressione l’hanno portata a interrompere più volte le gravidanze in cui il feto era di sesso femminile.
“Ero molto frustrata e volevo suicidarmi, lasciare tutto alle spalle”, ha detto la donna della provincia settentrionale di Hai Duong, aggiungendo che ora il “marito sta cercando qualcuno che possa dare alla luce un figlio per lui” nella convinzione, secondo una tradizione secolare ancora molto diffusa tra le zone rurali del Vietnam, che solo i maschi possano ereditare e proteggere i beni e i valori della famiglia.
La storia si è diffusa molto rapidamente su Internet e sui social media. “Che tristezza per questa donna che non ha il coraggio di opporsi a un pensiero così datato,” ha scritto un lettore sul sito di notizie Kenh14.vn.Anche se si tratta di una storia al limite, l’aborto selettivo di genere – una pratica già molto diffusa in India e in Cina – è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni in Vietnam raggiungendo, secondo le autorità, un livello allarmante.
Un recente sondaggio ha mostrato che in alcune delle province rurali del Vietnam, il rapporto tra i sessi alla nascita ha raggiunto uno squilibrio di 150 maschi ogni 100 femmine. Ciò ha contribuito a uno sbilanciamento nazionale di 120 maschi nati ogni 100 femmine, in aumento dal 2011 quando era di 111 a 100.Il governo sta cercando di frenare gli aborti selettivi vietando al personale medico di rivelare il sesso degli embrioni. Una soluzione che lo stesso vice ministro della salute Nguyen Viet Tien ritiene non efficace. Per Tien è necessario piuttosto “cambiare la mentalità della popolazione”
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