La Commissione europea ha finalmente presentato a Bruxelles la sua proposta per la redistribuzione obbligatoria (“relocation”) in altri paesi dell’Ue di 40mila richiedenti asilo che si prevede arriveranno nei prossimi due anni in Italia (24mila) e in Grecia (16mila). I rifugiati saranno mandati negli altri Stati membri secondo una “chiave di ripartizione” basata su precisi criteri (Pil, popolazione, tasso di disoccupazione e numero di rifugiati già accolti nel paese di ridestinazione), e in applicazione di una procedura d’emergenza mai attivata prima (articolo 78.3 del Trattato Ue di Lisbona).
Scatta però la polemica sui costi: il trasferimento dei rifugiati da Italia e Grecia negli altri stati membri saranno finanziati direttamente dalla Commissione europea (CIOE’ DA NOI!!), con una spesa totale di circa 240 milioni di euro, ovvero 6mila euro a persona. In base a questi criteri circa 5.358 rifugiati approdati in Italia andranno in Germania, 4.051 in Francia, 1.228 in Olanda, 2.573 in Spagna, 1.595 in Polonia e 1.023 in Romania.
La Germania prenderà anche 3.505 rifugiati arrivati in Grecia, mentre in Francia ne andranno 2.071, in Polonia 1.064, in Spagna 1.715. Al sistema di “relocation” parteciperanno tutti gli Stati membri dell’Ue con l’eccezione della Danimarca, che ha un “opt-out” permanente garantito dal trattato di Lisbona per le politiche comuni relative all’Immigrazione e Affari interni, e di Gran Bretagna e Irlanda, che hanno un regime “opt-in”: possono cioè scegliere di volta in volta se partecipare o restare fuori. La proposta dovrà essere ora approvata a maggioranza qualificata dai governi (con l’eccezione dei tre paesi che non partecipano), come decisione del Consiglio Ue.
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