“L’incertezza del risultato era nell’aria, per cui non si poteva escludere quello che poi e’ maturato, se non forse nelle sue proporzioni con un 62% degli irlandesi che ha detto si’ alle nozze gay. Tale esito ci pone interrogativi sulla nostra capacita’ di trasmettere alle nuove generazioni i valori in cui crediamo, capaci di un dialogo cordiale che tenga conto della concreta situazione delle persone”. Lo dice in una intervista a Repubblica, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a proposito delle unioni civili e del voto in Irlanda.
“Indubbiamente – ha aggiunto – quando monsignor Martin (arcivescovo di Dublino ndr) afferma che cio’ che e’ accaduto non e’ soltanto l’esito di una campagna referendaria, fotografa una rivoluzione culturale che riguarda tutti. Come tale, non puo’ non interrogare anche la nostra Chiesa: cosa dobbiamo correggere e migliorare nel dialogo con la cultura occidentale? Ogni dialogo dev’essere sereno, senza ideologie, innervato di sentimenti ma anche di ragioni. In questo quadro, noi crediamo nella famiglia che nasce dall’unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita; un’unione che costituisce un bene essenziale per la stessa societa’ e che come tale non e’ equiparabile ad altre forme di convivenza”.
Secondo il presidente della Cei, “Il coraggio, la chiarezza e la passione per l’uomo con cui Papa Francesco sta affrontando queste sfide suscitano apprezzamento e coinvolgimento, basta osservare come le nostre comunita’ abbiano preso a cuore i questionari del Sinodo. Quanto alla posizione della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali, nel Magistero viene costantemente riaffermato il pieno rispetto per la dignita’ di ciascuno, quale che sia il suo orientamento: c’e’ come principio – e ci dovrebbe essere anche nei fatti – quell’accoglienza che favorisce la partecipazione alla vita della comunita’ ecclesiale. Questa posizione non ci esime dalla fatica di distinguere, evitando semplificazioni che non giovano”.
Riferendosi poi alla legge sulle unioni civili, il ddl Cirinna’, Bagnasco ha detto che gli sembra “eccessivamente schiacciata su una disciplina di stampo para-matrimoniale: al di la’ dei nominalismi, di fatto equipara la condizione giuridica delle unioni omosessuali a quelle della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Chiedere che si evitino indebite omologazioni non intacca il riconoscimento dei diritti individuali di ciascuno”. agi