ROMA – Da tempo aspettano un alloggio popolare, per questo alcune famiglie da tre giorni si sono accampate in strada in uno spiazzo in via Casale di Acquaviva, proprio davanti alla struttura che a breve dovrebbe ospitare un centro di accoglienza per richiedenti asilo, a Casale San Nicola.
“Questo è il primo campo profughi italiano”: è la definizione del movimento “Nessuno tocchi il mio popolo”. Tra le persone accampate, ci sono anche donne in avanzato stato di gravidanza e bambini (il più piccolo ha tre mesi). Moglie e marito sulla cinquantina attendono da sette anni di essere chiamati dal Comune per prendere possesso di quell’appartamento che darebbe una svolta alla loro vita: “Attualmente vaghiamo ospiti a casa di amici o parenti, tante sere ci siamo ritrovati a dormire in macchina. Questa – raccontano – è una condizione che ti toglie la dignità ma allo stesso tempo di dà la forza per trascorrere la notte in tenda, al freddo, in questo presidio in mezzo al nulla. Vorremmo tanto quella casa popolare che ci spetta”.
La ex scuola Socrate è un casale che potrebbe ospitarci tranquillamente, non capiamo però perché prima di noi vengano i profughi”, si chiedono le famiglie pur riconoscendo lo stato di estremo disagio vissuto da chi scappa dal proprio Paese per raggiungere le coste italiane. “Dalla Sala Operativa Sociale – raccontano – per adesso abbiamo ricevuto solo sette coperte, sono passati poi dei volontari che ci hanno lasciato del cibo in scatola”.“
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