Marco Ventura, il giovane arrestato stamane per il pestaggio di un poliziotto durante il corteo No Expo del primo maggio, ha “un’indole estremamente violenta” e puo’ “commettere gravi atti della stessa specie” di quelli che l’hanno portato in carcere. Lo scrive il gip Donatella Banci Buonamici per spiegare le esigenze cautelari a suo carico. Nel provvedimento, il giudice osserva che l’aggressione effettuata da Ventura e da altri due uomini (uno denunciato, l’altro, col casco, non identificato) costituiscono una sola azione “collettiva connotata da estrema violenza che ha oltrepassato di gran lunga” il fine di evitare l’arresto della manifestante Anita Garola, che poi e’ finita in carcere, dove si trova tuttora, quella stessa sera.
Un’aggressione, spiega il giudice accogliendo la richiesta del pm Piero Basilone, “deliberatamente” attuata dai tre “i quali hanno condiviso ciascuno le condotte contestuali degli altri e rafforzato ciascuno i propositi degli altri autori allo scopo di fare del male e ledere gravemente” Antonio D’Urso, il dirigente rimasto seriamente contuso per le bastonate, i calci e i pugni presi.
“Se il funzionario non avesse avuto il casco protettivo – osserva il gip – ben gravi sarebbero state le conseguenze sulla sua incolumita’”. L’aggressione e’ “grave”, si legge nel documento, “anche perche’ attuata non per impedire l’identificazione e l’arresto della propria persona bensi’ di un terzo gia’ resosi responsabile di altri atti di resistenza a pubblico ufficiale”, assicurandone quindi “l’impunita’”. Il giovane non viene considerato, almeno stando agli elementi fin qui emersi, come appartenente al gruppo dei black bloc.
Proseguono intanto le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli per identificare i componenti del ‘blocco nero’ che ha devastato la citta’. (AGI) .