Sull’annoso problema delle pensioni interviene anche Carlo Cottarelli, facendo notare come la spesa pensionistica in Italia “sia pari al 16,5% del Pil, la più alta tra i Paesi avanzati”. Parlando a Radio Anch’io ha poi aggiunto che “alla luce della sentenza della consulta occorrerebbe un provvedimento ben disegnato per evitare problemi legali futuri”. Soprattutto bisognerebbe commensurare le pensioni ai contributi.
Una nota del ministero dell’Economia comunicò nel marzo 2014 che la retribuzione lorda annua concordata per il lavoro del “Commissario della spending review” era pari a 258.000 euro (per fare calcoli errati). Camera: le slide di Cottarelli sono sbagliate
“Da noi c’è dentro anche la spesa per l’assistenza” – Cottarelli ha inoltre ricordato tra l’altro che in un paese come il Giappone la spesa pensionistica pesa per l’11,12% del Pil. In Italia, nella spesa pensionistica, ha spiegato, rientrano alcune voci “che in altri paesi viene catalogata come spesa per assistenza”. Queste voci contano per 2 punti percentuali di Pil, ha sottolineato, “se si tolgono questi resta comunque un peso molto elevato che toglie spazio ad altre spese”. In Italia, ha quindi ricordato, la spesa pensionistica è più elevata sia “per la struttura della popolazione, che è più anziana, e poi anche perche in passato le pensioni erano più elevate dei contributi effettivamente pagati”.
Commissario della spending review (Fmi): i giornali non disturbino
“Ci sono le regole Ue da rispettare” – Quanto alle misure prese dal governo dopo la decisione della Corte Costituzionale sulle pensioni, Cottarelli ha detto che il loro impatto “sarà limitato: il Governo ha infatti confermato gli obiettivi di deficit precedenti alla decisione della Consulta”. Il responsabile Fmi si è detto comunque che quella del Governo “sia stata la cosa giusta da fare. Rimane il fatto che l’Italia ha un debito pubblico molto elevato e, a parte le regole Ue da rispettare, se i tassi salissero sarebbe problema. c’era poco spazio per per spendere di più”.