Le rovine romane di Palmira, in Siria, patrimonio dell’Unesco, sono minacciate dall’assedio dell’Isis e rischiano di essere distrutte al pari delle citta’ assire di Nimrud, Hatra e Ninive in Iraq.
Secondo l’Osservatorio per i diritti umani, i miliziani jihadisti hanno ucciso 26 civili, dieci dei quali sono stati decapitati, in un villaggio vicino alla citta’ citata anche nella Bibbia, nella provincia di Homs. “Gli jihadisti – afferma la Ong – hanno giustiziato 26 civili, di cui 10 per decapitazione, per la loro collaborazione con il regime”.
Nei villaggi vicino il sito archeologico l’armata si era ritirata, secondo l’Osservatorio. Secondo il direttore delle antichita’ e dei musei, Maamoun Abdulkarim, l’esercito sta invece ancora difendendo il sito patrimonio, ma i miliziani jihadisti sono ormai a 1-2 chilometri dall’obiettivo. “Distruggeranno tutto quello che troveranno la’ e sara’ una catastrofe internazionale”, ha avvertito.
“Il mondo deve mobilitarsi prima e non dopo la distruzione dei tesori”, ha aggiunto. Combattenti dello Stato islamico contattati online dall’agenzia Reuters hanno detto che una base aerea vicino Tadmur (nome in arabo della cittadina sorta in prossimita’ delle rovine) e’ stata attaccata a colpi di artiglieria pesante. Un miliziano ha aggiunto che sono state attaccate anche area intorno al carcere della citta’, dove si ritiene che siano imprigionati altri militanti. “Anche l’aeroporto e’ un grande deposito di armi, e vogliamo conquistralo“, ha aggiunto.
Una fonte dell’esercito siriano ha spiegato che combattimenti sono in corso nella vicina al-Sukhna, ma ha assicurato che i militari di Damasco tengono le posizioni.
Secondo l’Osservatorio, nei combattimenti sono morti mercoledi’ 70 soldati e 40 jihadisti. Palmira e’ contesa perche’ si trova lungo la strada che taglia il Paese da ovest a est e che collega Homs a Deir al-Zor e per questo era stata gia’ al centro di scontri tra l’esercito e i rivoluzionari moderati siriani, ed inserita dall’Unesco nella lista dei siti in pericolo, aggiornata nel 2013. Poco a nord ci sono i pozzi di gas naturale di Shaer gia’ piu’ di una volta persi e riconquistati da ambo le fazioni.
“Palmira e’ un tesoro insostituibile per il popolo siriano, e deve essere salvato”, ha affermato il direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, chiedendo alle truppe governative e ai miliziani estremisti di “risparmiare le rovine” della citta’ che fiori’ nell’antichita’ come punto di sosta per le carovane che attraversavano il deserto siriano, tanto da essere soprannominata “La sposa del deserto”.
Intanto oggi si e’ saputo che il gruppo terroristico Al-Murabitoun, fondato dall’algerino Mokhtar Belmokhtar, ha aderito allo Stato Islamico. “Il movimento Al-Murabitoun promette fedelta’ al califfo dei musulmani Abu Bakr al-Baghdadi, allontanando cosi’ divisioni e dissensi all’interno della nazione”, ha affermato uno dei leader del gruppo, Adnan Abou Walid Sahraoui, in un video trasmesso dall’agenzia mauritana Al-Akhbar. Belmokhtar, al secolo Khaled Aboul Abbas o ‘Il guercio’, viene ritenuto la mente dell’attacco all’impianto Amenas in Algeria nel 2013. Veterano della guerra in Afghanistan – dove perse l’occhio sinistro – e’ stato ribattezzato anche ‘Mr Marlboro’ per le sue operazioni di contrabbando di sigarette. Belmokhtar e il suo gruppo erano in precedenza affiliati ad al-Qaeda. (AGI) .