di Giuseppe PALMA
Ho già scritto tantissimo sul crimine di questo Secolo, ossia la svalutazione del lavoro allo scopo di salvare l’Euro, una moneta sbagliata che ciascuno Stato dell’Eurozona è costretto ad andare a prendere in prestito dai mercati dei capitali privati (ai quali va restituita con gli interessi) o ad estorcerla ai cittadini.
E pensare che avevamo sovranità monetaria e potevamo creare moneta dal nulla, tendendo alla piena occupazione e comprandoci il nostro debito pubblico senza che questo costituisse un problema… che crimine questa moneta unica!
Oggi cercherò, invece, di farvi comprendere nel modo più semplice possibile la riforma del lavoro (in materia di licenziamenti) posta in essere dal Governo Renzi ed attuata a seguito di una Legge delega che il Parlamento, sordo e schiavo, ha votato subordinando per l’ennesima volta l’esercizio del potere legislativo a quello esecutivo (sto parlando del Jobs Act, vale a dire la Legge delega 10 dicembre 2014 n. 183, più i decreti attuativi del 2015).
La mia analisi odierna si concentra quindi sul tema dei LICENZIAMENTI a seguito del cosiddetto Jobs Act.
Premessa:
Nel 2012 la riforma Fornero (Legge 28 giugno 2012, n. 92) era già intervenuta in materia di licenziamenti per giustificato motivo oggettivo (es. crisi economica dell’azienda) limitando l’ipotesi di reintegro del lavoratore illegittimamente licenziamento ai soli casi in cui il motivo addotto dal datore di lavoro fosse nullo (oppure intimato oralmente), discriminatorio o manifestamente infondato e/o carente, mentre per tutti gli altri casi di illegittimità del licenziamento (sempre per g.m.o.) era prevista una mera tutela risarcitoria che andava da un minimo di 12 ad un massimo di 24 mensilità.
Il peggio arriva con il Governo Renzi, il quale – nell’ottica del perseguimento di una modernità Restauratrice – ha portato a termine lo smantellamento dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge n. 300/1970), una conquista che trovava fondamento nelle aspre lotte sociali avutesi dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Cento anni di lotte sacrificate sull’altare del libero mercato e degli interessi criminali di un’Europa delle banche e non dei Popoli!
Ciò premesso, il JOBS ACT – in tema di LICENZIAMENTI – prevede:
- Nel caso dei LICENZIAMENTI per GIUSTIFICATO MOTIVO SOGGETTIVO o per GIUSTA CAUSA ritenuti illegittimi:
- La tutela del reintegro del lavoratore è fortemente limitata alle sole ipotesi di licenziamenti nulli e orali (esempio: se la lettera di licenziamento non è sottoscritta oppure se il licenziamento è intimato oralmente), discriminatori (cioè intimati, ad esempio, adducendo il motivo del colore della pelle o del sesso del lavoratore) e di
- INSUSSISTENZA del fatto materiale contestato al lavoratore (cioè quando il fatto contestato non sussiste), eliminando in quest’ultima ipotesi ogni riferimento al criterio di proporzionalità della sanzione (licenziamento) rispetto al fatto contestato (esempio: se il lavoratore ruba un pacchetto di sigarette al datore di lavoro, questo può licenziarlo senza che il lavoratore possa chiedere in giudizio il reintegro eccependo la mancanza di proporzionalità tra la sanzione e l’esiguità del fatto contestato). A tal proposito, al fine di sgomberare ogni dubbio, il Legislatore delegato ha chiarito che “resta estranea ogni valutazione circa la proporzionalità del licenziamento”;
- In tutti gli altri casi non è più prevista la tutela del reintegro, bensì la sola tutela risarcitoria nel limite della forbice che va da 4 a 24 mensilità (nello specifico di importo pari a due mensilità dell’ultima retribuzione percepita dal lavoratore per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a 4 e non superiore a 24 mensilità).
- Nel caso dei LICENZIAMENTI per GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO ritenuti illegittimi:
- la tutela del reintegro del lavoratore è eliminata del tutto (fatta eccezione per i casi di licenziamenti nulli, orali e discriminatori), infatti è stata abrogata l’ipotesi del reintegro nel caso il licenziamento intimato sia viziato da manifesta infondatezza e/o carente motivazione così come previsto dalla Legge Fornero;
- la tutela risarcitoria, l’unica rimasta, è portata dalle 12-24 mensilità della Legge n. 92/2012 alle 4-12 mensilità del Jobs Act (secondo i criteri sopra evidenziati). Pertanto anche la tutela risarcitoria è meno favorevole al lavoratore rispetto a quella prevista dalla Legge Fornero.
Chiedo scusa per le semplificazioni e le ripetizioni che mi sono concesso, ma ho cercato di rendere la materia comprensibile a chiunque.
Questa, oggi, è la triste situazione: un contratto unico (si fa per dire!) a tempo indeterminato e a tutele crescenti, che di tempo indeterminato ha solo il nome. Eliminando praticamente del tutto la tutela del reintegro del lavoratore sia nel caso dei licenziamenti per g.m.o. che nel caso dei licenziamenti per g.m.s. o giusta causa, l’indeterminatezza del contratto di lavoro è chiaramente una presa in giro, uno specchietto per le allodole, l’oppio per quegli inconsapevoli che credono alle parole e ai tweet dell’attuale Presidente del Consiglio.
Un contratto a tempo indeterminato che consente al datore di lavoro di licenziare senza il necessario bilanciamento rappresentato dalla tutela del reintegro in favore del lavoratore, altro non è – nella sostanza – che un contratto “a precarietà indeterminata”! E le tutele crescenti si riferiscono esclusivamente agli aspetti economici e non anche alle garanzie/tutele connesse al mantenimento del posto di lavoro.
- Quanto sangue è stato versato durante le lotte sociali di fine Ottocento e degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso?
- Quanto sangue è stato versato durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale?
- Quanto sangue è stato versato durante il Risorgimento?
Ancora una volta i nostri governanti e rappresentanti perseguono gli interessi del mercato e non quelli del lavoro, violentando vigliaccamente la Costituzione della quale si lavano la bocca ad ogni malefatta!
Il crimine UE-Euro continua imperterrito a perseguire i suoi scopi: rendere inefficaci le Costituzioni nazionali e i diritti fondamentali a vantaggio del mercato selvaggio e del profitto di multinazionali, banche private e finanza speculativa! In pratica la tutela del capitale internazionale ha sostituito la tutela dei diritti e della democrazia.
Critica di natura costituzionale:
Tutto ciò premesso, l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori è divenuta ormai una norma ad esaurimento, cioè valida solo per i contratti sottoscritti prima dell’entrata in vigore del Jobs Act (o della Legge Fornero, a seconda dei casi). Tale disparità di trattamento tra lavoratori deve far riflettere anche in merito ai gravissimi profili di incostituzionalità tra le nuove norme e la disposizione di cui all’art. 3 co. II della Costituzione, la quale – introducendo il Principio di Ragionevolezza – ammette che situazioni uguali siano trattate in modo uguale e situazioni diverse in modo differente. Alla luce di quanto predetto, che differenza c’è tra un lavoratore assunto nel mese di maggio 2012 ed uno assunto nel mese di aprile 2015 tale da giustificare una pesantissima contrazione delle tutele e delle garanzie a scapito del secondo? Per di più, se si vuole affondare il dito nella piaga, vorrei ricordare a Governo e Parlamento che la nostra Costituzione non si fonda né sul libero mercato, né sulla stabilità dei prezzi, né sul pareggio di bilancio, bensì sul lavoro (art. 1 co. I, art. 4 e artt. 35 e segg. della Costituzione)! Quanto sta accadendo negli ultimi anni in materia di lavoro (e più precisamente dal Governo Monti in avanti) è palesemente contrario al dettato costituzionale, quindi è compito delle persone di buona volontà denunciare i crimini perpetrati a danno non solo del lavoro e dei lavoratori, ma soprattutto della Costituzione!
Nonostante i sacrifici di coloro che ci hanno preceduti, i NUOVI BARBARI continuano a smantellare lo Stato di Diritto e le conquiste democratico-sociali costate milioni di morti ed indicibili sofferenze. Dovevamo aspettare che fossero addirittura gli eredi del glorioso PCI a commettere questo scempio!
Buonanotte popolo! Ti meriti quello che Ti stanno facendo! O Ti svegli, oppure non avrai il diritto di lamentarti.