Inizialmente il laboratorio era facoltativo e previsto per il pomeriggio, ma poiché “quasi nessuno aveva deciso di frequentarlo” è stato spostato alla mattina e reso obbligatorio.
A Pisa, nella scuola media “Fucini”, fa discutere l’inclusione nel programma scolastico dell’ora di “cultura rom”, nell’ambito di un programma di integrazione dei piccoli studenti di etnia nomade. Come racconta Libero, il progetto prevede sei ore complessivamente, da tenersi durante le lezioni di italiano.
Per la professoressa Marta Trafeli, che ha dato la disponibilità delle proprie ore per “ospitare” il laboratorio, l’iniziativa serve a “invogliare i ragazzini rom a venire a scuola, anche perché tra loro c’è un alto tasso di dispersione scolastica”. Durante le ore di “cultura rom”, spiega la docente, “viene un educatore che spiega ai nostri studenti la cultura e la tradizione di quel popolo”.
Non tutti, però, hanno accolto con favore la novità. Alcuni genitori, ad esempio, puntano il dito sulla sovrapposizione che si viene a creare con le ore di italiano. Anche perché inizialmente il laboratorio era facoltativo e previsto per il pomeriggio, ma poiché “quasi nessuno aveva deciso di frequentarlo” è stato spostato alla mattina e reso obbligatorio.
Oltre ai genitori preoccupati per il programma curricolare dei propri figli è poi intervenuta la politica: il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato l’episodio suggerendo “corsi di cultura pisana” al posto di quelli di tradizioni rom e concludendo caustico: “A quando i corsi di accattonaggio?”
E c’è anche una mamma che insinua: “Il fatto che l’associazione che ha proposto il corso operi nell’ambito della Società della Salute la dice lunga. Dietro a tutto questo, come al solito, c’è il governo Pd della Toscana che non vede l’ora di spendere soldi per integrare i rom che, di conseguenza, votano quel partito.” E ancora, come non bastasse: “Che titolo hanno poi gli esperti dei rom – insinua Susanna Ceccardi della Lega – per potersi sostituire agli insegnanti di italiano che hanno vinto un concorso?“ il giornale