Situazione sempre piu’ confusa nel Burundi dopo l’apparente destituzione del presidente Pierre Nkurunziza da parte del generale Godefroid Niyombare, ex capo dell’intelligence: secondo fonti giornalistiche presenti a Bujumbura, sebbene sporadici colpi di arma da fuoco sono risuonati nel cuore della capitale. Testimoni oculari hanno spiegato come a esploderli siano state le truppe fedeli a Nkurunziza, nell’intento di respingere le centinaia di manifestanti anti-governativi che, cantando l’inno e sventolando bandiere nazionali, cercavano di circondare a loro volta il quartier generale della radio-televisione di Stato, presidiato dai lealisti.
Stando a testimoni oculari, nel frattempo anche soldati e poliziotti schieratisi con il generale golpista avrebbero cercato di assaltare il complesso, ma avrebbero incontrato una resistenza accanita. Il regime pero’ sembra vacillare, e i suoi fedeli non avere un’idea chiara sul da farsi, anche perche’ Nkurunziza e’ tuttora all’estero, in Tanzania. “Non sparate ai civili, sparate in aria”, sono gli ordini sentiti impartire ai suoi subordinati da un colonnello dell’Esercito. “Sparate sugli obiettivi militari, non alla popolazione. Dobbiamo proteggere televisione e radio”.
Sarebbero inoltre state intavolate trattative tra le due fazioni delle Forze Armate. (AGI) .
12 maggio
La polizia del Burundi ha sparato sui manifestanti, secondo l’opposizione: un centinaio di persone hanno portato a braccia un corpo senza vita davanti alla casa del sindaco di Butarere, il quartiere di Bujumbura dove è avvenuto il fatto.
Sono i manifestanti a dire che a sparare è stata la polizia. Le autorità negano invece che gli agenti abbiano sparato sulla folla.
Non si hanno per ora conferme nemmeno dei due morti causati da una granata sui manifestanti in un’altra zona della capitale.
Si tratta del diaciassettesimo giorno di proteste contro il tentativo del presidente uscente, Pierre Nkurunziza, di garantirsi un terzo mandato: la Costituzione fissa il tetto a due mandati, ma la Consulta ha stabilito che il primo non conta, perché Nkurunziza fu allora scelto dal Parlamento e non eletto direttamente.
Almeno una ventina i morti dall’inizio delle proteste.