Un documento della Conferenza episcopale svela che per i fedeli la Sacra Famiglia non è più un modello. E la Chiesa ammette: “Bisogna riformulare i vecchi modelli”
La ex chiesa cattolica rimodella i dogmi sulle pretese dei presunti fedeli? Arriva un documento esplosivo della Conferenza Episcopale in Svizzera che raccoglie le risposte al questionario sulla famiglia diffuso tra i fedeli dopo il Sinodo straordinario dello scorso autunno che rivela subito una sorpresa: il modello della Santa Famiglia non è più attuale né corrisponde ai desideri e alle aspettative dei fedeli.
Inoltre i fedeli svizzeri mostrano di non comprendere perché la Chiesa tratti i gay come “persone particolarmente bisognose d’aiuto” e desiderano che le loro relazioni vengano “benedette” dalle gerarchie senza che venga loro imposta una castità ormai considerata “pretesa irrealistica e crudele”.
Punto di partenza non è più la Bibbia, ma “il proprio ambito di esperienza e percezione soggettivo”. Che, inevitabilmente, conduce a una varietà di pratiche e comportamenti non più riconducibile sotto alcuna dottrina che non sia la prassi del relativismo dominante – contro cui, giova ricordarlo, si scagliava il cardinale Ratzinger all’indomani della morte di Giovanni Paolo II.
E la Chiesa, di fronte a queste richieste di “modernità” dei fedeli che fa? La risposta dei vescovi svizzeri è cristallina. Non più educare i fedeli a sforzarsi di imitare la Santa Famiglia, ma rimodellare l’immagine della Santa Famiglia sulle nuove suggestioni che giungono dal “mondo”. Serve altro? il giornale