In questi mesi siamo stati abituati ad un silenzio assordante sulla vicenda dei due Fucilieri di Marina rotto solo dagli annunci dei rinvii di udienza della Corte Suprema indiana.
Improvvisamente ed oserei dire inopinatamente, il silenzio istituzionale viene rotto dal dott. Danilo Taino che ci informa attraverso le pagine del Corriere della Sera sulla decisione italiana di ricorrere all’arbitrato internazionale. Un articolo del 5 maggio us nel quale è possibile leggere, tra l’altro, che “Il governo italiano ha deciso di procedere con arbitrato internazionale sul caso dei due marò. Da quanto risulta al Corriere, entro metà del mese prossimo, probabilmente prima, ritirerà la proposta che aveva fatto all’India per una soluzione diplomatica negoziata e comunicherà al governo di Delhi l’intenzione di procedere con un contenzioso ……”.
La notizia non può che rallegrarci essendo una soluzione caldeggiata da più di tre anni da chi scrive e da tantissimi altri cittadini italiani. Si rimane, però, perplessi di fronte al silenzio del Presidente del Consiglio che nulla conferma o smentisce circa le informazioni del quotidiano di Via Solferino, evidentemente ben informato da corsie preferenziali. Solo un immediato “No Comment” del Ministro Gentiloni che con un’Agenzia stampa dello stesso 5 maggio si preoccupa di ufficializzare il suo pensiero :”Non commento, sono indiscrezioni”.
Dubbi spontanei che riemergono dopo che mesi orsono avevamo sperato in un’azione del genere, dopo le ripetute dichiarazioni dei due Ministri Pinotti e Mogherini sulla volontà del Governo di ricorrere ad un arbitrato per ottenere un giudizio da una Corte di Giustizia internazionale. Atto che peraltro avrebbe consentito con immediatezza – circa 60 giorni secondo valutazioni di eminenti giuristi italiani – di vedere assegnata la custodia cautelare dei due Fucilieri ad uno Stato Terzo diverso dall’India, sottraendo i due e l’Italia al ricatto di Delhi.
Non trova, infatti, una comprensibile motivazione l’altalena delle dichiarazioni sull’Arbitrato ed il continuo rimandare quando già era tutto pronto il 18 marzo 2013 ed annunciato ufficialmente dal Governo del momento per poi essere immediatamente sconfessato dalle decisioni del Premier che riconsegnò all’India i due Marò (vedasi sito della Farnesina sotto il titolo comunicato del Governo),
http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/2013/03/20130318_maro_comunicato_governo.html, e come ufficialmente spiegato in una audizione alla Camera dei Deputati da uno dei massimi esperti italiani di diritto internazionale e del mare, la Professoressa Del Vecchio. (http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/0204/indag/c0204_stabilizzazione/2015/03/10/indice_stenografico.0004.html.
Perchè si sia atteso tanto, quindi, non si comprende, come non si riescono a capire i tentennamenti ed i silenzi di questi mesi nonostante il negativo approccio dell’India alla vicenda, con i continui rinvii delle udienze della Corte Suprema chiamata a pronunciarsi su un aspetto di primaria importanza : escludere la NIA dalle indagini o confermarne la competenza. Decisione che una volta per tutte potrebbe cancellare o confermare l’applicazione della legge indiana sull’anti terrorismo (SUA ACT) e, quindi, del rischio che sussista ancora la minaccia della pena di morte nei confronti dei due nostri militari.
Incertezze continue, quindi, che inducono a pensare tutto ed il contrario di tutto. Non in ultimo l’interrogativo che ci si possa trovare di fronte ad uno spot elettorale in occasione delle prossime regionali per poi venire immediatamente dopo smentito, non essendo stato, peraltro, fin ad oggi confermato dalle Istituzioni.
Un’ipotesi che non dovrebbe meravigliare in quanto suggerita da una prassi ormai consolidata dall’attuale gestione politica; benefit economico annunciato a ridosso delle elezioni europee, possibile “tesoretto” da destinare ai meno ambienti all’apertura della campagna elettorale per le elezioni regionali italiane ed in ultimo uno scomodo decreto sull’adeguamento delle pensioni nel rispetto di una sentenza della Corte Costituzionale rimandato, almeno per quanto noto ed a differenza delle precedenti decisioni, ai primi del prossimo mese.
Nella nebulosità della vicenda, forse, un unico aspetto è reale e concreto, quello sintetizzato con il titolo dell’articolo di Taino “Caso Marò, è fallita la via diplomatica. L’Italia decide di ricorrere all’arbitrato”. Il Ministro Gentiloni non ha confermato l’Arbitrato ma nemmeno smentito il “fallimento diplomatico” dell’Italia così come riportato nell’articolo del 5 maggio e, quindi, ogni ipotesi rimane aperta.
Un unico auspicio. Speriamo che in questo caso non si tratti di ennesimo proclama fra i tanti che in questi anni hanno caratterizzato la vicenda dei due Fucilieri di Marina e soprattutto non venga spiegato che se si è atteso tanto nell’avviare l’arbitrato per le vicende di Finmeccanica.
In sintesi, non un ritardo ma una vittoria che porterà l’Industria nazionale a tornare a vendere elicotteri all’India, come annunciato recentemente.
Se così fosse verrebbe, infatti, confermato quello che ci diciamo da tre anni : l’Italia ha sacrificato due suoi cittadini in uniforme per spianare la strada ad interessi meramente economici. Una vergogna nazionale unica nella storia del Paese !
Generale Fernando Termentini