Soldi europei, l’Italia versa all’Ue molto più di quanto riceve. L’Italia versa a Bruxelles molto più di quanto riceve. Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre, come contributo finanziario netto allo sviluppo, l’Italia ha dato nel periodo 2007-2013, ben 109,7 miliardi di euro e ne ha ricevuti, attraverso i programmi comunitari, solo 71,8.
“Nel rapporto dare/avere con l’Unione europea – ha spiegato il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – in questo settennato abbiamo registrato un saldo negativo di 37,8 miliardi di euro. Dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia, siamo il quarto contribuente netto a garantire l’azione dell’Unione”.
A RISCHIO 12 MILIARDI MAI SPESI – Non solo. Un ulteriore paradosso è che, a causa del patto di stabilità, l’Italia non riesce a spendere i soldi in arrivo dall’Ue. Secondo la Cgia di qui a fine anno dovranno essere spesi 12 miliardi altrimenti andranno persi. L’Italia ha utilizzato 35,4 miliardi di euro dei 47,3 messi a disposizione dai Fondi strutturali.
Scrive il tempo Per il governo quindi è una corsa contro il tempo. Per non perdere 12 miliardi di fondi europei e nazionali dovremo spenderli e rendicontarli entro la fine del 2015, scadenza che difficilmente l’Ue prorogherà.
Il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi spiega che “siccome nel 2013 abbiamo rendicontato 5,7 miliardi e nel 2014 attorno ai 7,5, appare difficile che nei pochi mesi che rimangono alla fine di quest’anno riusciremo a spendere e a contabilizzare tutta questa dozzina di miliardi”.
E poi ci sono gli sprechi che hanno reso i burocrati di Bruxelles particolarmente attenti nell’approvare i progetti italiani.
I soldi si perdono in mille rivoli e spesso inseriti nel capitolo delle “iniziative a sostegno della cultura locale” vanno a finanziare numerose sagre. Alcuni esempi: i 70mila euro spesi per l’Afrakà rock festival di Afragola e i 500mila per il concorso ippico internazionale di Caserta.