Cimiterraneo: altri 10 morti in acque libiche, 16 barconi verso l’Italia

Sono 16 i barconi che oggi, con la solita telefonata satellitare, hanno lanciato l’allarme e 4 sono già stati raggiunti dai soccorritori. Durante le operazioni, alcuni clandestini sono morti, 3  dei quali lanciandosi dal gommone per raggiungere  un rimorchiatore che si stava avvicinando.

barconi

Sono una decina i cadaveri recuperati nelle acque antistanti la Libia. Notoriamente i barconi – come da istruzioni e copione –  fatto qualche miglio, lanciano l’allarme per essere intercettati e  trasbordati dai mezzi e dalle risorse umane e militari agli ordini dei fiancheggiatori dell’immigrazionismo.

Già quattro di queste carrette del mare sono state intercettate e gli occupanti, la maggioranza turisti non per caso, sono stati trasbordati.
Nelle operazioni di traghettamento dei sedicenti migranti (i veri migranti arrivano da questa area del mondo con tanto di VISTO sul passaporto e via aerea o via terra) noi Italia, noi Europa impegniamo diversi mezzi della Capitaneria di Porto, della Marina militare e imbarcazioni civili e risorse umane e economiche.

Fra le persone traghettate a nostre spese dalla Libia alla Sicilia, c’è una piccolissima parte di veri profughi e rifugiati, mentre tutti gli altri sono semplicemente clandestini. E tra loro ci sono: delinquenti comuni; criminali evasi dalle carceri, criminali fatti uscire apposta dalle carceri per ‘bonificare’ il Paese; jihadisti che combattono la loro guerra santa; infine, terroristi di vari livelli che sfuggono a qualcuno o vengono per reclutare e addestrare lobotomizzati, convertiti, islamisti da inviare nelle file dell’Isis e/o pianificare attentati in Europa.

Oltre alle navi italiane ed europee, anche altri collaboranno all’invasione. Poco fa 382 somali sono sbarcati nel porto di Trapani dalla nave container battente bandiera liberiana “Santa Giorgina”.

Preparatevi a sloggiare e lasciare le case ai nuovi cittadini. Del resto la Boldrini ce lo ha detto chiaro:  i migranti sono l’avanguardia di uno stile di vita che presto sarà quello di moltissimi di noi

Armando Manocchia   @mail