Per avere un permesso di soggiorno basta avere un amico al ministero del Lavoro e fingersi cristiano.
Così i clandestini riescono ada avere il pass per lavorare in Italia e coltivare intanto i loro piani jihadisti. È questo il quadro che emrege dall’inchiesta della procura di Cagliari che ha portato all’arresto di nove persone con l’accusa di terrorismo islamico. Tra questi qualcuno aveva lo status di rifugiato. Come nel caso di Yahia Ben Ridi, arrivato in Italia per gestire i proventi derivati dal traffico degli immigrati per conto di Al Qaeda. Ridi ha ottenuto il permesso di soggiorno spacciandosi per una vittima delle persecuzioni dei talebani di cui invece era un “collaboratore”.
Caso diverso invece per Alì Zuliqar, cugino di Sultan Wali Khan capo della cellula di Olbia. Quando arriva al centro d’accoglienza di Lecce contatta nuovamente il cugino che lo mette in contatto con un uomo dell’organizzazione in Puglia. È questo gancio che gli consiglia di farsi passare per un cristiano perseguitato dai musulmani: l’operazione riesce e nel 2011 Zuliqfar chiede e ottiene un permesso per motivi umanitari. Insomma per restare da noi e propsperare tra le cellule del terrore basta dichiararsi cristiano.