Immigrazione clandestina, su Facebook le pubblicità degli scafisti: tariffario e contatti

Scafisti 2.0: viaggiano su carrette del mare per una questione “di costi” ma organizzano la fase del “reclutamento” con tutti i mezzi possibili, social network compresi. E così su Facebook è possibile in pochi clic arrivare su pagine come Immigrazione dalla Libia all’Italia, sezione viaggi/tempo libero, “piccole aziende” che gestiscono completamente l’ultima fase, quella della traversata dalla Libia all’Italia. TGCOM24

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Paura di essere scoperti? Nessuna. Lo dimostrano i numeri di telefono in bella evidenza. Basta mandare un messaggio su Whats app o usare Viber per ricevere informazioni dettagliate. Non che sulla pagina non ci siano: ogni viaggio è segnalato con un post nel quale viene messo in evidenza il porto di partenza e i costi.

La pagina pubblica su Facebook di “L’immigrazione dalla Libia all’Italia”

Tutte le informazioni per il viaggio – Le partenze sono giornaliere: l’ultimo post è di meno di 24 ore fa e presenta un tariffario dettagliato. Aiutandosi con i traduttori online, è possibile capire che la traversata verso l’Italia dal porto di Zuara, su un barcone condotto da un capitano tunisino, costa un migliaio di dollari. I bambini, pare, non siano ammessi. La promessa è di un viaggio comodo di circa otto ore. Il tariffario, per chi venisse da più lontano, comprende anche tutte le altre tratte: arrivare in Libia dalla Tunisia è veramente economico (350 dollari da pagare dopo l’arrivo) mentre se il paese di provenienza è, ad esempio, la Turchia, le cose si fanno più complicate e i costi lievitano fino a 3500 dollari (sempre pagamento posticipato).

Nei commenti si trovano richieste sulla qualità delle imbarcazioni, sulla loro sicurezza e su come siano andati gli altri viaggi, ma anche offerte di lavoro come pizzaioli in Svizzera, dimostrando che la rete dei contatti va ben oltre la semplice traversata. Le risposte, il più delle volte, vengono evase direttamente sul telefonino. A suggerire alti standard di sicurezza, alcune immagini evidentemente scattate dagli stessi scafisti che mostrano i migranti con indosso i giubbotti di salvataggio soccorsi in mare dalla nostra Guardia costiera. Ovviamente nessun accenno alle tante stragi degli ultimi giorni, ma, da bravi venditori, solo commenti entusiasti ai “servizi offerti”.

“Clientela” più alta, difficile controllare le pagine – Sono molte le pagine simili a questa, alcune private altre pubbliche, tutte che “pubblicizzano” il servizio di immigrazione clandestina con gommoni o barche di fortuna come se fosse una comoda crociera nel Mediterraneo. Si tratta soprattuto di ex contrabbandieri che “riciclano” le loro imbarcazioni, caricandole di clandestini oltre che di merce. Si rivolgono a una “clientela” più alta, più ricca e sicuramente più tecnologicamente avanzata di quella composta dalle masse di migranti provenienti dal cuore dell’Africa, visto che tutti i contatti sono effettuati attraverso il passa parola sui social o i servizi di messaggistica istantanea. Quanto all’esistenza delle pagine, Facebook rimuove i contenuti che riguardano attività illegali, come il contrabbando, ma solo dietro segnalazione, cosa che può avvenire anche dopo diverso tempo, rendendo agevole per i trafficanti cambiare indirizzo o creare una nuova pagina.