Torino – Pregavano Allah per bottini d’oro, arrestati rapinatori. Erano pronti per effettuare rapine ai tursti arrivati per la Sindone o Expo
Si stavano organizzando per i grandi eventi che vedranno migliaia di turisti arrivare a Torino, ma i loro piani criminosi sono stati mandati all’aria dall’intervento della Polizia. Tredici persone sono finite in carcere per mano degli agenti dei Commissariati Borgo Po e Dora Vanchiglia, tutte facenti parte di un’organizzazione criminale specializzata nel furto di borse e valigie, specie nelle stazioni ferroviarie e aeroportuali nazionali ed europee, e nei furti, talvolta sfociati in rapine, commessi distraendo la vittima, a volte attraverso il metodo “della foratura del pneumatico”, metodo consistente nel bucare il pneumatico dell’auto a bordo della quale viaggiava la ignara vittima, distratta da altri complici che la derubavano della borsa generalmente appoggiata sul sedile anteriore dell’auto.
L’intervento della Polizia è giunto a conclusione di una complessa e articolata indagine iniziata lo scorso ottobre grazie all’identificazione di un soggetto denunciato per la simulazione di più reati. Questo era collegato indirettamente alla banda in qualità di “testa di legno”: si prendeva la colpa di reati non commessi da lui in cambio di soldi. La banda, da ottobre, si è via via allargata, fino a contare una quarantina di persone in tutto. Tra loro non c’era nessun capo, anche se nel momento dell’azione criminosa – che non compivano mai spostandosi in meno di cinque – uno di loro dettava i tempi.
Le vittime non erano scelte a caso. Nei cinquanta casi accertati (ma sarebbero oltre duecento) sono stati presi di mira quasi sempre stranieri, turisti pronti a lasciare Torino in aereo o in treno. Lo straniero, secondo loro, avrebbe avuto più difficoltà a mettersi in contatto con le forze dell’ordine e, nella migliore delle ipotesi, si sarebbe accorto troppo tardi della sottrazione. La stazione di Porta Susa è infatti stata uno dei luoghi più attaccati, tant’è che l’operazione ha preso il nome di “Tgv”: nei 5/6 minuti di fermata del convoglio, alcuni malviventi salivano sui treni diretti in Francia mentre altri distraevano i passeggeri a bordo bussando dai finestrini. In un attimo borsa e bagagli sparivano.
Furti veloci che in qualche occasione si sono trasformati in rapine, quando il malcapitato si accorgeva della sottrazione. In quei casi intervenivano i complici che strattonavano la vittima o, se questa stava inseguendo il ladro, fornivano indicazioni errate su dove era scappato. Tutto era studiato nei minimi particolari, anche il momento in cui agire. E la perfezione era quando nei dintorni non c’erano forze dell’ordine. Poi c’era il post furti: uno di loro faceva la conta del malloppo e si pregava Allah affinché ci fosse qualcosa di prezioso dentro borse e trolley.
Le indagini sono state rese difficili anche dalle sim fittizie utilizzate per comunicare e le carte d’identità probabilmente finte che gli sono state trovate in casa al momento dell’arresto. I malviventi, quasi tutti di nazionalità algerina, dovranno ora rispondere di furto aggravato e rapina. Oltre a loro potrebbe finire nei guai anche un uomo per cui si ipotizza il reato di ricettazione: gli agenti hanno rinvenuto durante la perquisizione domiciliare molta merce pronta a essere venduta. Era nascosta in un garage nella zone di Porta Palazzo.
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