Il barcone affondato era di 23 metri. Cifra di 950 morti da prendere con cautela

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La Procura etnea ha aperto un fascicolo sul naufragio del barcone avvenuto di fronte alle coste libiche, la notte tra sabato e domenica scorsa, costato la vita a centinaia di migranti. “I migranti – secondo un sopravvissuto – sarebbero stati stipati all’interno del peschereccio di almeno 23 metri che avrebbe avuto 3 livelli. Alcune centinaia di migranti sarebbero stati costretti a entrare nella stiva, e lì sono stati chiusi per evitare che risalissero -ha detto il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, incontrando i giornalisti in conferenza stampa al tribunale di Catania.-. Altre centinaia sono stati chiusi nel secondo livello. E infine altre centinaia in cima al peschereccio.

Secondo quanto riferito, i migranti erano 950, ma è una cifra da prendere con estrema cautela perché è basata su una stima approssimativa fatta dal migrante sopravvissuto portato in ospedale a Catania. Ancora quindi questo dato dovrà essere verificato”.

Il superstite, un uomo del Bangladesh, sarebbe in cura per una patologia di natura indipendente dal naufragio.

Il peschereccio era partito da un porto libico a 50 km da Tripoli. I migranti, sempre stando alle parole raccolte dal personale della Mobile, sarebbero provenienti da diverse nazioni: Algeria, Egitto,  Nigeria, Senegal, Mali, Zambia, Bangladesh, Ghana, quindi non fuggivano dalla guerra.

Intanto è giunta a Malta la Nave Gregoretti con le 24 vittime del naufragio al largo della Libia. La Guardia Costiera conferma al momento il bilancio del naufragio: 24 morti e 28 superstiti.