Secondo la recente sentenza del tribunale di Genova si può cambiare sesso all’anagrafe anche senza sottoporsi all’operazione chirurgica ai caratteri sessuali primari.
Essa si inserisce in un quadro di nuova e moderna interpretazione di cosa sia il sesso e il genere sessuale delle persone. Rainbow Pangender Pansessuale Genova Liguria si batterà affinché le, finora poche, sentenze analoghe a quella genovese, si diffondano sempre di più, vista la solita “narcolessi” della politica sui temi etici e sociali.
Di seguito le dichiarazioni di Mirella Izzo, fondatrice di Crisalide Azione-Trans e ora Presidente Onoraria di Rainbow Pangender Pansessuale Genova Liguria: “finalmente si sta formando una giurisprudenza che segue la lettera e lo spirito della legge 164 del 1982 la quale esaurisce l’iter della riassegnazione anagrafica nell’articolo 2 che non obbliga ad alcun intervento sul corpo. L’articolo 3 – fino ad oggi usato come passaggio obbligato per le persone transgender – torna al suo significato originario e autorizza eventuali interventi medico-chiurgici SOLO SE “si renda necessario”- secondo dettato dell’articolato. Era da tempo evidente che – in una “causa” di Volontaria Giurisdizione – il “rendersi necessario” rispetto agli interventi chirurgici doveva essere considerato solo come eventuale domanda del richiedente e non un passaggio obbligato.
Gli interventi chirurgici irreversibili sui genitali, secondo la sentenza, tornano ad essere una variabile e non un obbligo per il o la richiedente. Una variabile non puo’ e non deve toccare l’iter della riassegnazione di genere sessuale anagrafica e, conseguentemente, di nome. Anni di pressioni indirette e dirette sulla magistratura e sulla politica, finalmente iniziano a dare un risultato.Lo Stato non deve più chiedere un pezzo di carne per offrire un pezzo di carta.
Auspichiamo che questa interpretazione giurisprudenziale autentica suffragata da anni da noti costituzionalisti-diventi sempre più la “regola”.
Il presidente Federico Acquarone Caprini