“Quando ho superato il varco ho pensato: se mi fanno passare con la pistola, lo faccio… “. Sono state queste le parole di Claudio Giardiello, l’autore della strage al palazzo di Giustizia di Milano, dove sono morte tre persone. Nel verbale dell’arresto l’imprenditore ha spiegato di essere entrato nell’edificio dal varco riservato agli avvocati senza mostrare alcun tesserino falso, come si era ipotizzato in un primo momento.
“STAVO PER UCCIDERNE UN ALTRO” – Agli investigatori che lo hanno interrogato Giardiello ha anche dichiarato di essere “uscito tranquillamente dal tribunale” e di essersi poi “fermato a Vimercate per prendere un caffè e fumare una sigaretta”. Poi ha aggiunto: “Meno male che mi avete fermato, stavo andando ad uccidere un altro coimputato nella vicenda che non era in tribunale”.
“ODIO I MAGISTRATI” – Durante le sue prime dichiarazioni alla polizia ha cacciato anche l’avvocato d’ufficio: “Vada via, non la voglio qui, odio i magistrati. Il tribunale mi ha rovinato, quel posto è l’origine di tutti i miei mali”.
LE ACCUSE – Giardiello è accusato di omicidio plurimo premeditato; ma non è escluso che la Procura di Monza ipotizzi il reato di strage. L’interrogatorio di garanzia è fissato per domani alle 9:30 nel carcere di San Quirico di Monza. Giardiello sarà ascoltato dal gip Patrizia Gallucci, che ha ricevuto dal pm Franca Macchia la richiesta di convalida.
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