A marzo si ferma l’impennata dei ritardi nei pagamenti, ma due aziende su tre non riescono a rispettare le scadenze. E’ quanto emerge dallo studio pagamenti di Cribis d&b, la società del gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane.
Oggi solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale nei pagamenti, la peggior performance degli ultimi cinque anni (-4,6% rispetto a un anno fa, ma -18% rispetto al picco positivo del 2012). Il 48% paga con 30 giorni al massimo di ritardo, mentre è stabile al 15,7% la quota di chi salda le fatture oltre un mese dopo la scadenza, un valore che però è quasi tre volte (+185,5%) il dato di fine 2010. E non si prevedono a breve inversioni di rotta.
Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane, si spiega, ”è mutato radicalmente con il perdurare della crisi. A fare maggiormente le spese del nuovo scenario è il commercio al dettaglio”, punto finale di tutte le filiere industriali: solo un quarto (25,4%) delle imprese del settore ha rispettato i termini di pagamento alla scadenza, mentre un altro quarto (24,6%) ha saldato le fatture con oltre il mese di ritardo
. Il paragone con i dati di fine 2010, secondo Cribis d&b, è sintomatico delle difficoltà che stanno vivendo gli 1,2 milioni di imprese commerciali (pari a circa un quinto della popolazione imprenditoriale del Paese): la percentuale di ritardi gravi è cresciuta del 232,4%, un dato che rischia di condizionare l’intero sistema economico nazionale. “La crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”, commenta l’amministratore delegato Cribis d&b, Marco Preti.
Dall’analisi delle diverse aree emerge che il Nord-Est risulta la macro-area geografica più affidabile, con il 45,6% di pagamenti regolari e solo l’8,8% di pagamenti oltre i 30 giorni, mentre le imprese meridionali mostrano le solite difficoltà: solo il 22,4% di pagatori regolari e ben il 27,3% in ritardo significativo. adnkronos